Giunta è l’ora di esplorare in lungo e in largo il mondo di Athia, dove si svolge la storia di una ragazza ormai spacciata nel mondo reale, ma con una nuova, immensa opportunità di riscatto nel mondo magico in cui è finita. Il nuovo action RPG di Square Enix e Luminous Production è la dimostrazione che non solo nuovi capitoli delle grandi saghe sono previsti nella produzione della casa nipponica che ha dato origine a Final Fantasy, SaGa e Mana.
Forspoken è uscito il 24 gennaio in esclusiva console per PlayStation 5 (dove è avvenuta la nostra prova) e PC. Dopo aver vissuto innumerevoli avventure nelle terre di Athia, ora è il tempo di ripercorrere insieme a voi quanto vissuto ed esprimere il nostro verdetto a riguardo.
Forspoken, storia di seconde chance e di destini capovolti
22 dicembre, tribunale di New York. Alfre Holland, soprannominata Frey, viene giudicata per i suoi diversi furti e incontri precedenti con la legge, che non sono pochi, ma come regalo di Natale anticipato le offre la libertà in cambio di 120 ore di servizi sociali. Alfre è stata abbandonata da neonata dai suoi genitori, avvolta in una coperta che riportava il suo nome, presso l’Holland Tunnel, motivo per cui le è stato affibbiato quell’appellativo come cognome. Vive sola con il suo gatto Homer in una squallida abitazione senza quasi arredamento e un giaciglio di fortuna come letto. Ma Frey ha un piano di fuga: se ne vuole andare con il suo gatto per ricominciare altrove, ma non sa che di lì a breve gli inseguimenti con i poliziotti e i pestaggi con le gang del quartiere avranno fine, ma non quella che si aspetta. La casa nel quartiere Hell’s Kitchen di Manhattan prende fuoco in un incendio doloso, e con essa perde anche la borsa con i soldi che era riuscita a mettere da parte.
Disperata e ceduto il gatto al giudice, che ha cercato di aiutarla nonostante tutto, sta per compiere l’insano gesto quando una luce dal nulla la distrae. Un bracciale abbandonata in un edificio altrettanto isolato attira la sua attenzione, e la magia si compie: Cuff, il nome che verrà affibbiato al bracciale, ci vede, ci guida e…ci parla. Proprio così, sarà lui a farci da cicerone sin dai primi momenti in cui finiamo in questo mondo fantasy misterioso e pieno di insidie e distruzione fin dall’inizio. Siamo dunque nel mondo di Athia e cominciamo ad esplorare la prima di tante regioni, quella di Junoon, grazie alle istruzioni di Cuff, che utilmente ci indica la via, letteralmente, creando una scia dorata.
Da qui abbiamo fin da subito la netta sensazione di essere in un mondo totalmente pervaso dalla magia, abitato da esseri mostruosi e affascinanti al tempo stesso, e Frey scoprirà ben presto che la sua missione è quella di dover aiutare gli abitanti di Cipal, ultima roccaforte dell’umanità, a sconfiggere la Rovina, un misterioso male magico che ha corrotto tutte le creature del continente, eliminandole o trasformandole in mostri. Al centro della vicenda inoltre ci sono le Tantha, quattro potenti maghe che un tempo governavano il mondo di Athia, ed erano amate e rispettate da tutti. Con l’arrivo poi della Rovina, sono impazzite, diventando le aguzzine dei pochi sopravvissuti. La Rovina sembra dunque essere collegata al potere delle Tantha; sta a Frey, con i nuovi poteri ottenuti grazie a Cuff, scoprire cosa sia davvero successo ad Athia.
Nuove tecnologie per un fantasy vecchio stile
L’incipit narrativo di Forspoken assomiglia molto ad alcuni film fantasy degli anni ’80 e ’90, da La Storia Infinita a The Pagemaster, accentuando l’unione di stile giapponese nel gameplay di gioco e scrittura della storia da parte di sceneggiatori americani. Senza anticiparvi troppo dei contenuti della storia, abbiamo rilevato a livello narrativo dei colpi di scena abbastanza prevedibili, ma non del tutto e non sempre scontati. Un difetto forse peggiore di questo è la mancanza di dettagli su determinati passaggi del filone narrativo, dove diversi interrogativi rimangono non perfettamente spiegati, e in alcuni casi raffazzonati. Infine i personaggi stessi, a corollario delle missioni di Frey, non sono parecchi e vengono approfonditi parecchio, soprattutto nel post game, con alcune quest secondarie atte ad approfondire le storie lasciate in sospeso.
Senza ulteriori spoiler, il mondo di gioco sarà finalmente completamente esplorabile senza nessun limite solo dopo la fine della storia, in perfetta ottica open world e open-ended. Per vivere al meglio e come si desidera l’esperienza in Forspoken, abbiamo a disposizione inizialmente 4 opzioni di difficoltà: concentrazione sulla storia, esplorazione del mondo di gioco, affrontare battaglie avvincenti e predefinita, ossia un mix bilanciato tra i vari componenti del gameplay. A queste si affiancano le impostazioni della qualità dell’immagine, anche qui 3: priorità alla qualità, per poter giocare con una stabilità del frame rate a 4K, ray tracing per una grafica migliorata o priorità alle prestazioni per ridurre la risoluzione e ottenere un frame rate più elevato.
Dunque sussiste qui la possibilità di coniugare vecchi stilemi narrativi, e in parte di elementi del gaming, a nuove tecnologie e ricchi dettagli. Da che comincia il nostro viaggio, gli obiettivi sono indicati nel diario grazie al quale possiamo tenere traccia di tutto quello che dobbiamo portare a termine. Ogni obiettivo, una delle voci disponibili nel menu di gioco, prevede anche una sorta di pensiero di Frey, che non manca di usare qualche nota colorita al suo linguaggio, o di Cuff. Aspetto che abbiamo apprezzato, per dare anche personalità e originalità a questo contenuto specifico. Oltre al diario c’è anche l’archivio a tenere traccia dei vari testi scritti che troviamo lungo il percorso, ma anche delle persone incontrate e tante altre informazioni, più o meno utili. Lodevole l’attenzione che hanno riposto in ciascun personaggio, anche quelli secondari, come anticipato, ciascuno dei quali ha uno specifico nome e cognome, oltre a indicazioni chiare e distintive del proprio profilo.
Tanti dettagli, poca originalità
Se è vero che abbiamo sempre a disposizione a schermo il classico segnaposto con la distanza in metri che ci separa dal luogo da raggiungere, è altrettanto doveroso ammettere che Forspoken presenta pochi tratti davvero originali. Dalla scansione dell’ambiente circostante per via di un cimelio come avviene per Aloy nella saga di Horizon, oppure la ghiera di attacchi magici tra cui scegliere, che mettono sì alla prova la nostra capacità di sfruttare al massimo le combinazioni di tasti del nostro controller, ma al contempo ci ricordano un po’ le combo di Final Fantasy VII Remake, giusto per citare uno dei titoli più recenti di Square Enix. Un esempio come tanti, dopotutto, senza dimenticare il cosiddetto parkour magico, per superare con destrezza ostacoli di altezza modesta, ma non eccessiva. Consideriamo però che quest’ultimo ci è risultato abbastanza difficile da combinare, per poter farlo funzionare.
C’è complessivamente poca vera originalità nei contenuti di Forspoken, rivelandosi un fantasy action RPG sicuramente godibile e gradevole, ma che non sprizza di creatività nel comparto tecnico. Poco, ma sicuro. Di contro, i combattimenti sembrano essere il punto forte del gioco, dove le combo da mettere in campo sono davvero parecchie. Ricordarle tutte in una volta non è facile, ma non mancheranno le occasioni per fare pratica. Oltre a essere abbastanza complessi, gli scontri sono anche piuttosto frequenti, mettendoci talvolta anche in difficoltà nel mantenerci in vita e non lasciare che la barra della salute, non troppo estesa, rischi di esaurirsi.
Non solo la parte tecnica, ma anche quella estetica ha regalato gioie per i nostri occhi (e orecchie) a metà. Non abbiamo troppo apprezzato il font del lettering, che ci è risultato in parte obsoleto, e in parte difficile da leggere in tutte le occasioni. Oltre a questo, per quanto il character design sia ben realizzato, non mancano sbavature tra qualche piccolo bug nei movimenti di Frey, in particolare nei suoi salti e movimenti più veloci, così come alcuni dettagli poco definiti, quasi grossolani, siano risultati negli effetti speciali degli attacchi magici. Un difetto che non rende inguardabile la resa complessiva chiaramente, ma che balza all’occhio di certo.
Ultimo sguardo ai caricamenti, che sfruttano qui tutte le potenzialità dell’SSD di PS5 e ci consentono di riprendere a giocare in pochissimi istanti, così come gli spostamenti nei punti di viaggio rapido sulla mappa di gioco vengono eseguiti in un lampo. Non dimentichiamo infine la colonna sonora, che abbiamo apprezzato fin dall’inizio e abbiamo trovato eccezionale nel suo tema principale, con alti e bassi invece nelle musiche di sottofondo durante il gameplay. A proposito di comparto audio, il doppiaggio in inglese ci è risultato ben fatto, mentre ricordiamo che i testi, fortunatamente, sono completamente tradotti in italiano.
In conclusione
Forspoken è in definitiva un buon fantasy RPG, se non fosse che ci ha messo lo zampino Square Enix, e dunque ci saremmo aspettati probabilmente un’esperienza con un quid in più. Probabilmente è stata sfruttata questa IP per fare esperimenti su creature magiche e mondi di fantasia per testare quello che vedremo in estate con Final Fantasy XVI? Questa è solo pura speculazione chiaramente, ma non potevamo dimenticarci dei prossimi progetti di questo editore, guardando a Forspoken. Che rimane, quest’ultimo, comunque un buon progetto, che sa divertire nella giusta misura, prevede combattimenti complessi e ci offre un mondo visivamente godibile e in perfetta chiave fantasy, con ampi spazi (a volte fin troppo) dove correre e testare le nostre abilità, oltre che dover far fronte a orde di nemici di varia natura. Un’esperienza complessivamente buona, che merita di essere provata.
The Good
- Grafica molto curata nel dettaglio
- Colonna sonora incantevole...
The Bad
- Troppe interruzioni iniziali tra dialoghi e azione
- ...ma abbastanza ripetitiva