Journey to the Savage Planet hands on alla Gamescom 2019

Typhoon Studios e 505 games con il loro nuovo gioco, Jurney to the Savage Planet, scelgono di darsi all’avventura attraverso l’esplorazione spaziale, ma decidono di farlo in una maniera decisamente più scanzonata rispetto alle features a cui siamo abituati. Qui alla Gamescom 2019 abbiamo incontrato Alex Hutchinson, direttore creativo di Typhoon Studios, che ci ha presentato il gioco d’apertura di questo nuovo gruppo. Allo stesso tempo, negli immensi padiglioni di Cologna, abbiamo avuto la fortuna di poter mettere le mani direttamente su questo piccolo nuovo gioiello in uscita il 28 gennaio 2020.

Il gioco ci vede prendere le sembianze di un astronauta che si risveglia nel suo habitat dopo un lungo viaggio interstellare. Veniamo quindi contattati dalla ditta di esplorazione spaziale della quale siamo impiegati tramite un video messaggio decisamente disarmante. All’interno della clip la nostra fantastica azienda, la Kindred Aerospace, fiera di posizionarsi da anni al 4° posto nel settore, è rappresentata da un’ometto che sembrerebbe uscito direttamente da una pessima televendita in stile anni ’80, per nulla rassicurante o minimamente in linea con ciò che chiunque si aspetterebbe. Scopriamo così di essere atterrati sul pianeta AR-Y 26 e che la nostra missione è quella di trovare una nuova casa all’umanità. Per fare questo dovremo analizzare l’habitat nel quale siamo finiti per scoprire se potrebbe essere adatto ad una colonizzazione umana. Il nostro fantastico e “rassicurante” contatto terrestre, dal fare ilare ed intento in un rilassante pediluvio, ci informa però che le recenti difficoltà aziendali hanno portato a dei tagli nel budget e che quindi non riceveremo equipaggiamento aggiuntivo dalla Terra.

Sarà quindi in queste condizioni che il nostro lavoro di esplorazione avrà inizio. Cominceremo così uscendo dal nostro habitat per andare a scansionare la flora e la fauna che ricoprono il pianeta ai fini della missione. 

Tuttavia verremo abbastanza velocemente in contatto con quelli che sembrano a tutti gli effetti i ruderi abbandonati di una civiltà evoluta. Per questo motivo la ricerca sul pianeta si trasformerà velocemente in una missione per svelare il mistero celato dietro a questi manufatti. Il tutto ovviamente con un’equipaggiamento degno dei migliori fast food: una pistola laser che nel momento del bisogno immancabilmente si surriscalda e s’inceppa, lattine di cibo che useremo per attrarre gli animali e una sorta di bombe biologiche appiccicose (composte da elementi a noi sono rimasti volentieri ignoti) da tirare al suolo per bloccare temporaneamente qualche nemico nella “melma”. Col tempo, grazie a materiali raccolti sul percorso, altri arnesi potranno essere costruiti e l’attrezzatura già esistente migliorata al fine di potenziare il nostro equipaggiamento. Tra le features che siamo riusciti a conquistare durante la sessione di prova ci sono sono per esempio dei salti più potenti con il buster che ci permettevano di raggiungere angoli della mappa fino a quel momento inaccessibili.

L’attraversamento delle mappe è decisamente avventuroso, richiede ricerca ed ingegno. In particolare si dovranno sfruttare la rincorsa ed il buster fissato sulla schiena per saltare da un’ammasso roccioso sospeso a mezz’aria all’altro o servirsi di una sorta di rampino per aggrapparci a delle sporgenze floreali e raggiungere così nuove mete. Le piante disseminate sul pianeta possono costituire un valido aiuto per noi. In alcuni casi ci possono curare in altri casi i loro semi potranno essere lanciati su pareti rocciose ricoperte da funghi al fine di creare una nuova via con il rampino.

Durante il tempo concesso abbiamo avuto al possibilità di giocare nella modalità coop ed avanzare attraverso un’intero livello di gioco già inoltrato nella trama. Il mondo di AR-Y 26 è dominato da fantastici colori brillanti, vegetazioni aliene che rispondono generalmente alle leggi fisiche terrestri. Dal punto di vista del visual art deve sicuramente venir premiato lo sforzo degli sviluppatori per i tocchi artistici che si possono gustare qua e là sul territorio di gioco. L’esempio più grazioso è forse quello di un albero ricoperto da ciò che ad un primo sguardo parrebbe un denso fogliame rosso che si scopre poi prendere il volo come una sorta di nugolo di farfalle lasciando i rami spogli; al termine di qualche volteggio lo sciame torna poi a riposarsi alla propria sede originaria ridando vita all’albero. 

In generale siamo proprio impazienti di vedere l’uscita di questo gioco per scoprire quali altre chicche gli sviluppatori si siano inventati.

Scritto da : Redazione

Di quando in quando la Redazione prende vita e pubblica articoli tutti suoi. Com'è possibile? Nessuno lo sa...

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