La storia di Donkey Kong – parte 1

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Tutti noi sappiamo chi è Donkey Kong, ma non tutti sanno effettivamente com’è nato. Il nome Donkey principalmente si traduce con il termine asino. Molti pensarono addirittura che fosse frutto di un errore ortografico o di stampa dal vocabolo Monkey (da M a D). Tuttavia è stata proprio una scelta del suo creatore Shigeru Miyamoto, tra cui, fra i tanti sinonimi, figura anche quello di testardo. Nato nel 1981 dopo il fallimento di Radar Scope in America (una specie di Space Invaders) dovuto al fatto che molti giocatori erano infastiditi dai trilli troppo acuti emessi, anche se, nonostante tutto, in Giappone riscosse un maggiore successo. Sfruttando tutto l’hardware del cabinato (Coin-op), Nintendo decise di assegnare al game designer Miyamoto la sostituzione del gioco invece di aggiustare il problema…ed è così che nacque Donkey Kong che rimpiazzò oltre 2000 unita convertendo quelle presenti nelle sale giochi, da cui ebbe fin da subito un successo immediato e inaspettato. Per contro il nuovo gioco diede il via a una causa legale con oggetto un plagio nei confronti della Universal, in cui affermarono che Donkey Kong era una violazione dell’idea basata sul famoso film di King Kong. Purtroppo le andò male, perdendo la causa, e Nintendo la vinse portandosi a casa la bellezza di 1,8 milioni di dollari.

Donkey Kong Country:

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Uscito su SNES nell’inverno del 1994, Donkey Kong Country è il secondo titolo di maggior successo commerciale dopo Super Mario World (20,60 milioni di copie), con più di 9 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Sviluppato da Tim Stamper della Rareware in stretta collaborazione con la Nintendo, introdusse per la prima volta una particolare tecnica grafica di pre-rendering nel quale permetteva di ottenere degli oggetti e delle animazioni circa tridimensionali su una console come il Super Nintendo che lavorava solo con immagini 2D.

Il gioco è composto da 7 mondi situati presso la Donkey Kong’s Island e utilizzando i due personaggi principali, Donkey Kong e Diddy Kong, dovete recuperare le banane rubate da King K. Rool : il malvagio e capo dei Kremlings, una banda di coccodrilli pirata. Con l’aiuto della famiglia Kong nel quale troviamo: Cranky Kong (il nonno, protagonista del primo Donkey Kong, che ci rimprovera ogni volta per essere dei lavativi e ci dà consigli sulle aree bonus all’interno dei livelli), Funky Kong (cugino di Donkey che ci permette di usare un barile-razzo per spostarci nelle varie parti dell’isola) e Candy Kong (fidanzata di Donkey che ci permette di salvare il gioco). Interessante, infine, la presenza degli amici animali come Rambi (rinoceronte), Enguarde (pesce spada), Expresso (struzzo), Winky (rana) e Squaks (pappagallino) che ci consentono di aprire passaggi segreti al fine di accedere alle aree bonus o semplicemente per completare più facilmente il livello, o semplicemente raccogliere una quantità maggiore di banane.

Donkey Kong Land:

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Uscito nell’estate del 1995 in esclusiva per GameBoy, Donkey Kong Land, anche conosciuto come Super Donkey Kong GB, è stato sviluppato dalla Rareware come il seguito di Donkey Kong Country uscito su SNES. La storia racconta che Cranky Kong, l’anziano pioniere del mondo videoludico e patriarca dei primati, è infastidito dal successo delle gesta dei nipoti Donkey Kong e Diddy Kong nel precedente capitolo. Li provoca ingannandoli sui meriti del loro precedente successo, basato solo sulla mera grafica e alla musica moderna, al contrario dei suoi tempi in cui gli elementi in questione erano caratterizzati da poco colore…ma per contro riconosciuti come gran capolavori. DK e Diddy, infastiditi dalle parole del vecchio, ribattono, confermando che Donkey Kong Country ha avuto successo non solo per la bella grafica e l’ottima musica ma soprattutto per il divertimento trasmesso al giocatore. Sono quindi disposti a dimostrarlo in questo secondo capitolo. Così Cranky Kong aspetta solo l’occasione giusta, vale a dire sfidandoli a completare una nuova avventura per Gameboy: a 8bit in bianco e nero. DK e Diddy accettano senza esitazione e affermano che lascerebbero addirittura che i Kremling rubassero tutte le banane, per poi recuperarle. Il fine di Cranky Kong risulta differente, la sua effettiva volontà è quella di rendere la vita impossibile ai nipoti, infatti lui stesso si propone di chiamare il malvagio King K. Rool al fine di permettergli di rubare tutte le banane e non solo. A questa si aggiunge il fatto di permettergli di usare nuovi sporchi trucchi e, dulcis in fundo, di schierare nuovi nemici in altrettante nuove zone sconosciute dell’isola. Donkey Kong, intuito della trappola e arrabbiato per perdersi il Banana Bowl, è sempre predisposto ad accettare la sfida, soprattutto per non darla vinta a quella vecchia cornacchia di suo nonno.

Sviluppato in ben 4 mondi, Donkey Kong Land ha delle meccaniche analoghe se confrontate con la controparte casalinga, una delle differenze sul GameBoy è la non presenza simultanea di entrambi i personaggi, tuttavia premendo il tasto Select si possono intercambiare. Un’altra è l’assenza degli altri familiari Kong, come Candy Kong, infatti l’unica maniera per salvare è raccogliere le lettere K O N G presenti nei vari livelli, o si aggiunge Funky Kong utilizzato su Super Nintendo al fine di spostarsi in altri mondi. Seppur citiamo queste mancanze, in conclusione anche questo capitolo è molto divertente e merita di essere giocato…soprattutto se disponete di un vecchio GameBoy a 8 Bit. Mi dispiace per Cranky Kong ma il divertimento è comunque assicurato anche in assenza dei colori su schermo, senza contare inoltre che la cosa più importante era accompagnarci dove volevamo, ai tempi era fantastico possedere un Donkey Kong portatile!

Ricordiamo inoltre la presenza delle Virtual Console di Donkey Kong Country per Nintendo Wii U al costo di 11,20 CHF, mentre Donkey Kong Land per Nintendo 3DS a 5,60 CHF solo dal Nintendo eShop.

Donkey Kong Country and Land

Scritto da : Neme

Ingegnere informatico e diplomato in Digital Graphic Computer Animation, sono un grande appassionato di retrogame. Nel mio tempo libero, anche se sembra una barzelletta, mi piace sviluppare videogiochi con amici e ricercare qualche perla antica da aggiungere al mio museo videoludico personale.

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