Provato ancora alla Gamescom: Transference

Transference merita sicuramente il titolo di “gioco più strano tra le proposte di Ubisoft”, se non dell’intera fiera!

Prima di poterlo provare, gli sviluppatori ci propongono di vedere un video di pessima qualità, in cui un professore di università ci parla di un esperimento con una nuova tecnologia di ricostruzione virtuale della memoria che, pur essendo a un buon livello, non è ancora perfetta. In seguito, ci viene dato un documento approvato da una commissione di etica, che spiega brevemente il tipo di esperimento che subiremo: rivivremo l’esperienza di un soggetto affetto da un disturbo post traumatico da stress. Insomma, si tratta di un’entrata in materia nell’universo del gioco degna di figurare nei manuali di scuola di game design!

Conclusasi la parte introduttiva, gli sviluppatori ci aiutano a equipaggiarci di HTC Vive e ci ritroviamo così in una casa in realtà virtuale. Dopo pochi passi, appare la sagoma di un bambino che spegne la luce e la scena cambia con un effetto psichedelico: l’appartamento che aveva un che di caloroso e famigliare diventa di colpo trasandato, sporco e apparentemente privo di ogni forma di vita. L’impressione è di aver fatto un salto nel tempo. Esploriamo le varie stanze, usiamo le nostre due mani per prendere e analizzare certi oggetti, e ci spostiamo verso la cantina, dove una sagoma armata di fucile ci spara… e ci ritroviamo all’entrata della casa! Come avrete capito, il gioco propone un susseguirsi di enigmi, che ci fanno scoprire passo dopo passo quale sia l’evento traumatico subito da Walter, l’uomo di cui esploriamo la memoria. Da quanto visto nella scena costruita ad hoc per la dimostrazione, gli enigmi possono essere essere di varia natura: andare in un posto preciso, ricercare un oggetto particolare, magari combinarlo con un altro, ecc. Per esempio, noi abbiamo particolarmente apprezzato una sequenza in cui bisognava trovare una chiave, infilarla in una serratura e poi doverla girare per davvero! Oltre agli enigmi più convenzionali, la dimostrazione proponeva anche puzzle più contorti: per esempio, a un certo punto ci siamo ritrovati in una stanza con degli stani parallelepipedi sospesi nel vuoto, che sembravano essere un disturbo della scena virtuale. Spostandoci, ci siamo accorti che in verità si trattava di una forma precisa, identificabile soltanto con il giusto angolo di visione.

Il thriller Transference ci ha parecchio impressionato in positivo: la maniera di narrare è sconcertante e sembra che gli sviluppatori facciano buon uso della realtà virtuale e delle nuove maniere di interagire offerte dalla tecnologia. Se il gioco finale sarà capace di rispettare tutte le promesse fatte dalla dimostrazione, ci troveremo di fronte a uno di quei giochi che giustificheranno per davvero l’acquisto di un sistema VR.

Il gioco dovrebbe essere disponibile a partire dalla primavera 2018 per Oculus Rift, HTC Vive e Playstation VR. E, più difficile da capire se non per ragioni economiche, per PlayStation4, Xbox One e PC.

 

Scritto da : Mauri

Si occupa di tante cose legate al mondo dei videogiochi: game dev, insegnamento di programmazione e game design, il Swiss Game Center e così via. E ogni tanto Dave lo incastra per scrivere su joypad!

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