Pixel C : il nuovo tablet Nexus di Google

Durante la presentazione dei nuovi smartphone top gamma della casa di Mountain View, l’aggiornamento hardware di Nexus 5 (Nexus 5X) e del Nexus 6 (Nexus 6P cambiando anche produttore : Huawei e non più Motorola), spunta anche Pixel C : tablet 2-1 con tanto di tastiera annessa che promette un’esperienza simile a quella dell’iPad Pro e alla gamma Surface di Microsoft. Caratteristiche hardware da tablet top gamma, vale a dire nello specifico delle performance la presenza del nuovo SoC X1 di Nvidia (abbandonando l’architettura Denver del Nexus 9, adottando inoltre i moduli LPDDR4 per un ammontare di 3 GB) che promette prestazioni simili, se non oltre, al nuovo processore A9X presentato da Apple poco tempo fa (per un metro di paragone). Non manca inoltre una buona qualità costruttiva dello schermo caratterizzato infatti da una risoluzione di ben 2500 x 1800 pixel raggiungendo un livello di 308 dpi, oltre che a offrire una luminosità quantificata sui 500 nits ai livelli della gamma Xperia di Sony. Nella scocca troviamo inoltre ben 4 microfoni, casse stereo e il nuovo standard USB type C come nel caso del nuovo Nexus 6P.

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Pixel-CTutto molto bello effettivamente dal punto di vista hardware che si avvicina molto a una soluzione presente nell’ultimo Surface 3 e al nuovo iPad Pro…se non per la presenza di Android Marshmallow a muovere l’intero sistema. Non vogliamo da una parte sbilanciarci troppo nel giudicare un’OS che, dal punto di vista dell’usabilità, ha ormai raggiunto nel corso degli ultimi tre anni un buon livello di stabilità risolvendo gran parte dei problemi di performance e di ottimizzazione (fatto salvo i vari bug inerenti al consumo della batteria e alle applicazioni in background). Il voler però promettere un’esperienza 2-1 solo per poter rispondere alla presentazione dell’iPad Pro imitando lo stile della tastiera del Surface, ma montando un sistema come Android lo rende meno produttivo dei tre. Il primo, seppur monta iOs, offre comunque una serie di applicativi e funzionalità più atte nell’uso professionale leggero. Il secondo, se non altro, è il tablet ibrido 2-1 per eccellenza che offre un’esperienza d’uso non solo basati su applicativi di produttività che spaziano in diversi ambiti, ma anche un’interfaccia “degna” per un uso professionale. Apple effettivamente ha più o meno capito che per un prodotto con tastiera ibrido era obbligata a introdurre tool dedicati e features software come il multiwindows e non solo (stesso discorso dei fork Android peronsalizzati dalla touchwiz Samsung e della serie Note). Microsoft, chiaramente, rimane da questo punto di vista ancora imbattibile con l’arrivo di Windows 10. Google nell’offrire un tablet di simili caratteristiche ma castrato inesorabilmente dal software, che non offre ad esempio nemmeno una modalità multiwindows di default, oltre che una carenza di applicativi produttivi seriamente sviluppati (fatto salvo Suite Office e Google Apps) e una buona ottimizzazione degli spazi su schermi di grandi dimensioni, ne limita estremamente le potenzialità.

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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