L’uomo d’acciaio

La storia

Kal-El (Henry Cavill) è il primo bambino che nasce in modo naturale sul pianeta di Krypton, dove da anni la popolazione è generata in modo artificiale. Il padre Jor-El (Russel Crowe) grande scienziato, e sua madre Lara Von-Val (Ayelet Zurer) sono costretti a mandarlo sulla terra in una navetta spaziale per salvarlo dalla distruzione imminente di Krypton, causata dal sovra sfruttamento delle risorse naturali, e dal crudele Generale Zod (Michael Shannon).

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Il piccolo Kal atterra sano e salvo in un paesino sperduto nel Kansas, dove Jonathan (Kevin Costner) e Martha Kent (Diane Lane) lo trovano e decidono di adottarlo. Crescendo Kal, ora Clark Kent, scopre di non essere come gli altri bambini della sua età: È dotato di straordinari poteri sovraumani, che vuole mettere al servizio dell’umanità. Il suo padre terrestre invece gli insegna a passare inosservato, poiché le persone hanno paura di qualsiasi cosa che non capiscono.

Mentre Clark è alla ricerca di se stesso, il Generale Zod si è liberato dal buco nero, dove era stato esiliato. Zod scopre che Kal è sulla terra e potrebbe possedere il codice per ricreare Krypton. Ovviamente per la ricostruzione del pianeta alieno sarà necessaria la distruzione della terra, ed è altresì evidente che questo non piace al nostro uomo d’acciaio.

Il regista

Diretto da Zack Snyder (300, Watchmen, Sucker Punch) L’uomo d’acciaio è il film d’autore più costoso dell’anno. Sono pochi i cineasti che ricevono critiche scarse e tuttavia continuano a lavorare nello studio system di Hollywood, grazie al loro successo finanziario. Zack Synder, compagno di college di Michael Bay (Transformers) e Roland Emmerich (Independence Day) sono forse tra i pochi che godono di questo privilegio. Questa nuova versione di Superman, è decisamente uno dei suoi film migliori. Snyder riesce a usare il suo tipico stile, proprio grazie al direttore della fotografia Amir Mokri, che ha collaborato con Bay in precedenza (e vedremo in azione in Transformers 4). Tranne che per il suo costumista di fiducia Snyder cambia collaboratori (prendendo in prestito l’editor di Emmerich, David Brenner), tuttavia mantenendo uno stile visivo simile (con meno slow motion e più lense flare).

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Man of Steel certamente è simile tematicamente ai precedenti film di Snyder (eccetto per suo remake dell’alba dei morti viventi che rappresenta un’anomalia nella sua filmografia): L’appartenenza a “qualcosa di più grande”, la sua idea della perfezione fisica e cosa succede quando il proprio corpo è tutto quello che ci rimane come risorsa – chi siamo allora veramente? Sono queste le domande che affascinano Snyder. Anche l’assenza di umorismo e il tono serio e piuttosto cupo del film sono una caratteristica del regista, con l’influenza del produttore Christopher Nolan (trilogia Batman). Non che mi aspettavo un film di supereroi allegro e divertente come quelli prodotti da Marvel, però qualche battuta ogni tanto aiuta ad alleggerire l’atmosfera.

La critica

Il film in se è un capolavoro a livello tecnico. Bellissimo esteticamente (evoca quasi Terrence Mallick), fantastici effetti speciali (grande WETA) e non un cast di attori eccezionale (soprattutto: tutti!). L’unica critica è l’editing frenetico, personalmente preferisco film, dove riesco a capire esattamente cosa succede sullo schermo. Inoltre, mi rendo conto che la storia lo richiede, ma dopo due ore di costante distruzione ed esplosioni le mie orecchie iniziano a reclamare.3supes3

A livello di storia, mi piace particolarmente l’uso di flashback, le scene con papà e mamma Kent e anche quelle con Lois Lane (Amy Adams). L’aspetto ‘romantico’ del film non è particolarmente sviluppato, ma facilmente credibile grazie al carisma e la presenza di Henry Cavill e una stupenda performance da parte di un’incantevole Amy Adams.

Le lacune nella sceneggiatura di Man of Steel non mancano. Certi elementi della storia non hanno molto senso, o non sono stati considerati attentamente: L’esercito americano che bombarda una metropoli americana, i cittadini che non fuggono e non sono evacuati e la morte facilmente evitabile di un personaggio. Oltre ad essere troppe e forse troppo lunghe, a volte durante le scene di battaglia ci si può chiedere a cosa servono, se tutti sappiamo che Superman è immortale (salvo kryptonite).

man-of-steel-1920x1080Un lato affascinante, e tema a se, sono le analogie tra l’uomo d’acciaio e il figlio dell’uomo: Gesù. Le similitudini tra Superman e Cristo sono veramente tante, ma in una società che sembra sempre meno interessata alla perfezione, c’è ancora spazio per un personaggio senza difetti? Se il franchise vuole sopravvivere, deve cercare di rendere Superman più umano e “reale”, come Batman. A dire la verità lo scarso interesse nello sviluppare e creare personaggi realistici è forse il più grande punto debole di Zack Snyder: Semplicemente perché sembra quasi esclusivamente interessato al lato “tecnico” del cinema. L’uomo d’acciaio è comunque un buon inizio per una saga che in questo primo capitolo assomiglia effettivamente a un’opera, più che a un fumetto grazie alla spettacolare colonna sonora del maestro Hans Zimmer.

Voto 4.75

Scritto da : Redazione

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