Freedom Wars

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Da tempo non si vedono giochi first party esclusivi per la piccola PS Vita, ormai segnata dalle scarse vendite nei continenti occidentali e dal supporto della casa madre che, piano piano, sta diminuendo. Schiacciata dalla presenza del concorrente Nintendo 3DS e, forse, anche per la competizione con gli smartphone sempre più agguerrita, strumenti smart presenti nella vita di ognuno, sfruttati dall’utenza anche per il gaming snobbando le console dedicate. Però non siamo qua ad effettuare un’analisi sull’effettiva posizione nel mercato portatile di PS Vita, bensì di un gioco che, finalmente, ha fatto rispolverare al sottoscritto la portatile Sony che era rimasta fin da troppo tempo spenta nel comodino. Freedom Wars è il recente titolo first party distribuito alle nostre latitudini solo da settimana scorsa, un action JRPG dallo stile nipponico inconfondibile. Ebbene anche la piccola Vita, dopo quasi tre anni dal suo debutto nel mercato, ha ancora da dire la sua in fatto di esclusive, anche seppur Freedom Wars potrebbe essere l’ultima finanziata da Sony stessa dedicata esclusivamente alla portatile, rilegata come un accessorio / controller di PS4. Presente per ora solo in Digital Delivery al prezzo abbastanza accessibile di 30 fr, la produzione di SCE Japan si attesta già come una sorta di best-buy che non può mancare tra i possessori della PS Vita. Ma procediamo con ordine.

Una società scissa

freedom-wars_2014_01-27-14_016_jpg_1400x0_q85L’universo di Freedom Wars è qualcosa di veramente molto interessante e, lasciatemelo affermare, alquanto geniale. Ambientato in un mondo non propriamente post-apocalittico, in una terra ormai in rovina pervia dell’assenza naturale di risorse vitali si combatte per la sopravvivenza al fine di alimentare il benessere del bene comune, principio in game molto simile alla definizione di « res publica » degli attuali stati. La società, scissa in diversi « Panopticom », vale a dire le città del mondo come Berlino, Hong Kong, Inghilterra e via dicendo, è profondamente cambiata dai canoni odierni in cui la sopravvivenza impone due diverse categorie di persone : i cittadini, risorse fondamentali per l’accrescimento del benessere pubblico (le menti della produzione delle risorse) e i peccatori, guerrieri soggetti a una pena improponibile pervia di gravi violazioni all’ordine giuridico, che combattono per riscattarsi agli occhi società (le braccia dei cittadini). Il giocatore impersonerà la seconda categoria e vestirà nei panni di un peccatore colpito da un’amnesia totale : reato considerato gravissimo nei Panopticom con una pena che ammonta a ben un milione di anni di reclusione. Una sentenza che porta ai lastrici della società, nel più basso rango persino tra quelli presenti fra peccatori, in cui ogni diritto basilare è praticamente assente come quello di sdraiarsi o riposare. In una società, quindi, in cui la dignità umana è un concetto astratto totalmente invertito, il giocatore è chiamato a compiere delle operazioni (delle missioni in altre parole) da cui si possono ottenere risorse, nuovi diritti e l’aumento di rango tra i peccatori : denominato C.O.D. Quest’ultimo funge da integrazione alla società libera, da cui se ne potranno trarre molti benefici come un buon alloggio, maggiori diritti basilari e via dicendo. Come lo dice il titolo, quindi, Freedom Wars è una lotta per ritornare alla libertà e riottenere una certa immagine, quella dignità che è analoga alla società reale. Come si può constatare si tratta di un universo ben costruito, un background interessante che fa da colonna portante a tutta la trama, caratterizzando particolarmente la produzione SCE Japan proponendo un action JRPG leggermente fuori dagli schemi. Una longevità inoltre degna del genere, con oltre 20 ore di gioco solo per concludere le missioni principali. Tuttavia scontare la pena e combattere per ridurla non è solo l’unico obbiettivo di Freedom Wars, la vicenda va oltre alla mera lotta al fine di aumentare il bene pubblico. Il giocatore è anche un prescelto che cambierà radicalmente la realtà dei peccatori nell’universo di Freedom Wars : l’incontro con delle entità soprannaturali, le rivelazioni svelate da quest’ultime completando piano piano le missioni verso l’evento che loro nominano « trasformazione » terrà l’utente incollato alla portatile per molte ore al fine di scoprire cosa sta realmente accadendo. Per contro la monotonia delle missioni, dopo ore ed ore di gioco, si fa alquanto sentire. Gli obbiettivi delle operazioni rasentano sempre le stesse cose, vale a dire : soccorrere cittadini rapiti dai Panopticom rivali, sconfiggere i nemici e conquistare le zone di controllo. Monotonia che, purtroppo, si presenta anche nelle mappe dove si svolgono le suddette missioni, gli scenari purtroppo restano sempre gli stessi senza una particolare differenziazione, stesso discorso anche sul lato sociale dedicato all’esplorazione del Panopticom di appartenenza. Seppur di due generi completamente diversi, la monotonia citata ricorda molto la struttura adottata nel recente Destiny.

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Buoni i contenuti ma…

freedom-wars-screen-01-us-psvita-15aug14Altri difetti invece si mostrano, inoltre, sul lato gameplay in cui la presenza di alcune problematiche non possono essere prese alla leggera. Come già precedentemente scritto Freedom Wars è un action JRPG, con uno stile che ricorda leggermente Soul Sacrifice e, indirettamente, Monster Hunter : il sistema di controllo è caratterizzato dagli attacchi leggere o pesanti se equipaggiati con un’arma corpo a corpo, presente la classica schivata a capriola, lo sprint, la possibilità di cambiare istantaneamente in una seconda arma da fuoco (cambiando in un genere TPS praticamente) e un sistema di puntamento. Ed è proprio quest’ultimo elemento che rende l’azione molto caotica e difficile da gestire, che porta una certa lentezza e difficoltà nel colpire i peccatori avversari presenti nelle diverse missioni. Per contro discorso a parte per quanto riguarda i mostri, denominati « rapitori », quest’ultimi sono così imponenti che non è particolarmente difficile massacrarli. Ciò non toglie che la gestione del puntamento, così come quella della telecamera, è fin troppo legnosa rendendo gli attacchi alquanto difficili da mettere a segno soprattutto se si prediligono le armi corpo a corpo…fino al limite della frustrazione del giocatore. A mio avviso un grave difetto, ma tuttavia la presenza dei « rovi » (un rovo nel vero senso della parola attorno al braccio del peccatore) diversifica l’attacco  a seconda dello stile di combattimento del giocatore :

       – rovo catturante (colore rosso) : adatto per gli assalti ai rapitori in cui le abilità sono incentrate sull’immobilizzare i nemici

       – rovo curante (colore verde) : lo stile di combattimento tipico di chi ama il ruolo healer, con abilità curanti e via dicendo

       – rovo difensivo (colore bianco) : uno stile da tank incentrato sulle abilità di difesa, sia per l’utilizzatore che per il gruppo

Discostandosi dal puro combattimento, anche la controparte looting è ben organizzata, con la possibilità di creare, migliorare o fondere nuove armi, aggiungere determinate caratteristiche come gli attacchi elementali, o le migliorie apportate a diverse peculiarità come la velocità d’attacco e via dicendo. Non solo looting ma anche personalizzazione del personaggio, che comprende un’intera interfaccia composta di diritti da acquistare tramite i punti diritto, che si dividono in quotidiani, interfaccia, estetica e di equipaggiamento. La mole di diritti da acquistare è piuttosto sorprendente, spaziando dallo sblocco di semplici azioni come correre per 5 secondi (o più a dipendenza del grado C.O.D.), riposare, agire senza sorveglianza e via dicendo, ai diritti legati alla personalizzazione del personaggio come l’abbigliamento, la possibilità di cambiare aspetto, nome o addirittura Panopticom. Tramite il menu in questione è inoltre possibile gestire la personalizzazione del proprio « automa », vale a dire, la CPU che è sempre con noi sia nel combattimento che nella vita sociale presente nel Panopticom in cui si è in detenzione. Numerose quindi le opzioni disponibili, si aggiungono anche le modalità multiplayer locale ed online, introdotte con la patch 1.2. Promesse da SCE Japan quest’ultime consistono nell’affrontare operazioni in cooperativa o i versus (4 vs 4) in competitivo, modalità tradizionali tipiche di un comparto multiplayer. Maggiore interazione fra i giocatori significa meno autonomia caratterizzata dalle missioni, uguale a un puro divertimento fra amici o con sconosciuti.

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Concludendo c’è molto da fare su Freedom Wars, un titolo che appaga se non per il difetto abbastanza importante nell’essere piuttosto monotono nelle operazioni da svolgere, o nella legnosità del controllo del puntamento e, indirettamente, della telecamera, da questi punti di vista SCE Japan poteva dare molto di più. Stesso discorso applicato mutatis mutandis anche tecnicamente parlando : lo stile cell shading è pulito e carino da vedere, anche il frame risulta piuttosto stabile e raramente tende ad abbassarsi, ma le ambientazioni sono leggermente prive di personalità. Tuttavia Freedom Wars è un’esclusiva importante che merita di essere acquistata, soprattutto per i fan del genere che sapranno apprezzare il titolo seppur i difetti presenti. Un plus lo è anche il prezzo : proposto su PSN Network a soli 28.90 Fr e, chissà, magari anche nei futuri titoli Instant Game dei prossimi mesi per gli abbonati al PSN Plus.

 

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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