Assassin’s Creed Origins provato su Xbox One X

Durante l’esclusivo showcase organizzato da Microsoft al Galen Center, abbiamo avuto l’opportunità di provare Assassin’s Creed Origins, il nuovo capitolo della saga degli assassini di Ubisoft. Ambientato nell’antico Egitto, nel 49 a.C, Origins narra le vicende della nascita della setta degli assassini ben prima dell’entrata in scena di Altair, il protagonista del primo, storico, gioco di questa serie. Il protagonista, Bayek, è una sorta di sceriffo dell’antico Egitto. La sua missione è quella di risolvere i problemi dei sudditi del faraone, portando giustizia laddove il monarca non può arrivare.

La demo, da noi provata sul development kit di Xbox One X, era suddivisa in due parti: una sezione “tradizionale” open world, con un paio di missioni da compiere e un’altra sezione in cui dobbiamo affrontare nemici ad ondate all’interno di un’arena di combattimento. La parte più corposa della demo era ovviamente la parte open world. Iniziamo a cavallo in una zona desertica. In lontananza, tra la sabbia e le rocce, intravvediamo qualche indizio di civiltà.

Grazie alla collaborazione di un falco ammaestrato possiamo dare uno sguardo dall’alto per individuare la direzione da prendere ed eventuali nemici nell’area. Non avendo trovato nulla di particolare, ci avviamo al trotto verso un insediamento di medie dimensioni sulle rive del fiume Nilo. Scegliamo una delle due missioni disponibili, avvicinandoci ad un sacerdote che sta punendo duramente un suo giovane discepolo. Scopriamo dall’uomo che il giovane ha perduto due statue d’oro e, al fine di interrompere la dura punizione, ci offriamo volontari per recuperarle. Le statue si trovano poco lontano da noi, una sottacqua e l’altra a bordo di una nave. Prima di impossessarcene però dobbiamo individuare la loro posizione. Ancora una volta, grazie alla visione dall’alta fornita dal nostro amico pennuto, possiamo sorvolare la zona in cerca di indizi. Utilizzando una combinazione di spostamenti e volo stazionario, riusciamo facilmente a trovare le statue, usando un indicatore che si carica progressivamente fino a indicare la posizione esatta dei manufatti.

Il recupero della prima statua è semplicissimo, basta una nuotata nelle acque opache del Nilo che ci permettono di notare l’ottima resa dei fluidi e ci dà uno scorcio del fondale, facendoci presagire più di un obiettivo nascosto sott’acqua nel corso del gioco completo. La seconda statua si trova su una nave e guardata a vista da alcune guardie. Optiamo per un profilo basso, arrampicandoci lungo la murata della nave il più vicino possibile alla statuina. Sfortunatamente una guardia troppo zelante ci individua costringendoci a combattere. Il sistema di combattimento si basa su attacchi leggeri e pesanti, mappati su trigger e bumper destro del controller di Xbox One X. Ma sono ovviamente disponibili anche armi a distanza, che sfruttiamo per ridurre la vita del nemico prima che si avvicini troppo a noi. Un paio di rapide frecce e lo scontro diventa fisico. Non abbiamo notato particolari differenze rispetto ai giochi del passato, anzi, forse il combattimento è più semplice. Per eliminare la guardia è bastato qualche colpo pesante, per spezzarne la guardia, e qualche schivata al momento giusto per ottenere preziose opportunità di mandare a segno qualche colpo. In breve tempo, il cadavere dello sventurato attirava le mosche al sole mentre noi stavamo già portando il bottino al sacerdote. Sfortunatamente il tempo a nostra disposizione non ci ha permesso di proseguire la quest perché abbiamo dovuto passare alla modalità arena, che tratteremo tra poco.

Gironzolare tra il porticciolo e l’insediamento ci ha permesso di dare uno sguardo da vicino alla resa grafica di Xbox One X. Sebbene il gioco non offra uno sconvolgente passo avanti rispetto ad Unity o Syndicate su Xbox One S, ci sono differenze di rilievo. Per prima cosa la qualità delle texture. Il generoso quantitativo di RAM di Xbox One X ha permesso ad Ubisoft di usare texture d’altissima qualità, particolarmente apprezzabili a risoluzione 4K. Secondariamente, la distanza di visuale è notevole e non presenta una particolare riduzione del livello di dettaglio. Origins non segnerà forse un enorme passo avanti per quanto riguarda la tecnica ma sicuramente sfrutta le enormi potenzialità della nuova console di Microsoft in modo tangibile. Non solo per la risoluzione ma anche per la qualità degli asset grafici.

In modalità arena abbiamo dovuto affrontare tre ondate distinte di nemici. Chiusi in un’arena di combattimento, irta di picche rotanti e oggetti contundenti, abbiamo dovuto lottare per la vita. I nemici sono di varia natura e spaziano da arcieri a spadaccini a soldati dotati di armi pesanti a lunga gittata. Il sistema di combattimento non ci ha certo sorpreso per la sua bontà. L’alternanza di colpi leggeri e pesanti (che possono anche venir caricati per infliggere danni maggiori) si fa presto piuttosto meccanica e la scarsa intelligenza artificiale rende i combattimenti macchinosi. Esiste un sistema di lock sui nemici, che si occupa principalmente di gestire la telecamera. Dopo averlo usato per un po’ abbiamo però preferito gestire la telecamera manualmente, dal momento che il lock tendeva a posizionare la camera in modo approssimativo e, in buona sostanza, scomodo per combattere. Abbiamo anche ingaggiato un boss, diverso per abilità ed aspetto dai soldati normali. Dotato di una generosa barra della vita, si è ben presto rivelato essere un nemico molto più ostico da affrontare anche se, una volta osservate bene le sue mosse, siamo riusciti ad eliminarlo con un po’ di pazienza e con parecchie schivate col giusto tempismo.

Assassin’s Creed Origins, per quanto abbiamo visto, sembra essere una logica continuazione della saga piuttosto che un nuovo approccio. L’Egitto è sicuramente un’ambientazione interessante e carismatica ma la dimensione ridotta degli edifici, specialmente in altezza, riduce un po’ il brivido del parkour, da sempre tratto distintivo della serie. Ubisoft ha inserito parecchi elementi RPG, come per altro già visto in passato. Abbiamo potuto dare solo un rapidissimo sguardo ai vari menu di apprendimento delle competenze e delle armi ma non siamo convintissimi di questa complicazione del gameplay. Il rischio è di rendere troppo complesso un gioco che potrebbe essere più immediato senza perdere troppo in profondità di gameplay. Tirando le somme, siamo rimasti colpiti dalla resa visiva su Xbox One X e scorgiamo un buon potenziale nel nuovo titolo di Ubisoft. La principale incognita è la bontà della trama del gioco. Non sappiamo nemmeno se tornerà anche una story line ambientata in epoca moderna, con Templari ed Assassini in lotta, oppure se il gioco sarà interamente ambientato nel 49 a.C.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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