Anteprima: Splinter Cell Blacklist

Splinter Cell è una saga che dura da parecchio tempo oramai, ma che col passare degli anni sembra aver perso un po’ di grinta. Dal primo episodio del 2002 (uscito tra l’altro anche su N-Gage!) fino all’ultimo datato 2010, le sorti di Sam Fisher sono andate un po’ scemando. Ubisoft ha deciso comunque di riprovarci con Splinter Cell Blacklist, in uscita quest’estate. Abbiamo messo le mani su un codice preview, non definitivo quindi, della prossima avventura di Sam e vi invitiamo a scoprirla con noi in questa anteprima!

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L’attacco che non ti aspetti

splinter_cell_blacklist_1Una base americana sull’isola di Guam viene attaccata da un gruppo di terroristi che si fanno chiamare The Engineers. Per gli americani l’evento ha la portata di una seconda Pearl Harbor, subire un colpo così devastante in una zona in cui si sentivano cullati tra 3 guanciali. La situazione comunque precipita sempre più, perché i misteriosi terroristi promettono un attacco devastante ogni 7 giorni fino al ritiro completo delle forze statunitensi da tutti i teatri di guerra mondiale. Solo il completo rimpatrio delle forze militari USA all’estero potrà fermare la carneficina. Sam ovviamente durante l’attacco si trovava proprio nella base attaccata e dovrà quindi farsi strada in un breve livello che funge anche da tutorial. Iniziamo l’avventura a bordo di un elicottero militare che si schianterà immediatamente, lasciandoci appiedati in un canale di scolo. Da subito possiamo quindi familiarizzare con alcune delle meccaniche di gioco di base, attacco, copertura attiva… le solite cose. Il nostro primo obiettivo è quello di neutralizzare un jammer che blocca tutte le comunicazioni dei nostri alleati. Una novità particolare che noteremo subito è quella che personalmente chiamo “il fantasmino di Sam”. Quando siamo scoperti dalle forze nemiche apparirà una sagoma traslucida del nostro personaggio nell’ultimo posto in cui siamo stati visti. I soldati nemici quindi continueranno a concentrarsi sull’ultima posizione in cui siamo stati individuati. I più furbetti di voi avranno già intuito che potrebbe anche rivelarsi una strategia utile, mostrarsi in un posto, fare il giro e attaccare alle spalle! Beh, la cosa non funziona sempre: i soldati nemici tendono a scoprire questo stratagemma, siete avvisati!

Al termine del primo livello introduttivo saremo reclutati nientepopòdimenoche dal presidente degli Stati Uniti che includerà in una squadra speciale approntata per risolvere la crisi. La base operativa di Sam, a cui si uniranno Grim, Briggs e Charlie, viene posta su uno speciale aereo da guerra. Un po’ come in Mass Effect insomma avremo il nostro quartier generale volante super accessoriato. splintercell-blacklistIl premissione si solve dunque a bordo dell’aereo, in cui potremo parlare coi vari specialisti per migliorare il nostro arsenale o l’aereo stesso. Ad esempio discutere con la bella Grim servirà a potenziare l’aereo, mentre Charlie si occuperà dei gadget tecnologici. Ci sono anche altri elementi di interazione sulla nostra base mobile, ad esempio il telefono satellitare per parlare con Sarah (la figlia di Sam) per tenersi informati sulle condizioni di salute del compagno di schianto in elicottero del nostro eroe, il quale è ancora ricoverato in ospedale. Ad ogni buon conto comunque la cosa più importante installata nella base è lo SMI (Strategic Mission Interface) con il quale possiamo interagire in prima persona nel premissione oppure via OpSat mentre ci troviamo sul campo. Lo SMI è un centro di comando delle operazioni, in cui possiamo selezionare le missioni. Una volta scelto il prossimo teatro delle operazioni possiamo definire il loadout di Sam. Il gioco offre 3 slot per salvare altrettante configurazioni. La personalizzazione è davvero molto spinta: possiamo scegliere armi adatte ad uno stile stealth piuttosto che uno stile più brutale. Possiamo acquisire armi non letali (come il taser) o speciali (ad esempio una balestra), possiamo acquistare armi al mercato nero, migliorare l’armatura di Sam, scegliere il tipo di granate (letali o meno), acquistare un bel drone da combattimento e via dicendo. È sempre necessario tenere conto una cosa quando si fanno spese: se privilegeremo un equipaggiamento d’attacco saremo sempre più inadatti a passare inosservati, mentre se sceglieremo un loadout spiccatamente stealth saremo più vulnerabili in caso di scontro faccia a faccia. Proprio per questo motivo saremo anche valutati in merito alle nostre performaces a fine missione con tre criteri: Ghost, Panter e Assault. Terminare la missione in modo “pulito”, senza fare vittime, aumenterà di parecchio il punteggio Ghost. Terminarla in modo pulito ma lasciandoci dietro una scia di cadaveri invece aumenterà il punteggio Panter. Per finire, fregarsene delle sottigliezze e sparando su tutto ciò che si muove farà aumentare il livello Assault. Sfortunatamente, dal mio punto di vista, la componente Assault non trasforma Blacklist in Ghost Recon! Nonostante la millantata possibilità di approcciare il titolo come fosse uno sparatutto in terza persona, non è decisamente così. Sam rimane molto vulnerabile ai colpi nemici e un minimo di attenzione e d’approccio furtivo (per non dire intelligente) è sempre richiesto. In fondo però meglio così, almeno l’anima del gioco viene risparmiata. Per finire la fase del premissione, rimane da scegliere la difficoltà tra rookie, normal, realistic e perfectionist. Quest’ultima è davvero un incubo, ve lo garantisco.

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Qualche buona idea?

La prima vera missione del gioco si svolge a Benghazi, in Libia. La nostra missione è catturare Andriy Kobin, una nostra vecchia conoscenza, da una casa sicura della CIA. Come logico, non possiamo iniziare una missione senza che qualcosa vada storto da subito e ci ritroveremo costretti a fare un lungo giro per arrivare alla Safe House. Sam da subito interagisce bene con l’ambiente circostante, ad esempio scambiando qualche parola con i passanti. Il sistema di copertura risulterà utile da subito e il nostro giudizio su questa feature rimane sospeso per ora. Sam si nasconde dietro la prima copertura e poi basta selezionare la prossima e premere il tasto A (su Xbox 360) per andare automaticamente a quella successiva. In pratica non dobbiamo fare altro che scegliere dove andare e il gioco farà il resto. Da un lato i movimenti sono sempre perfetti e molto scenografici, dall’altro però saremo semplici spettatori di questi spostamenti. Ad alcuni piacerà, altri lo troveranno semplicemente scandaloso. Scopriremo ben presto anche le esecuzioni, le quali sono realizzabili dopo aver caricato un’apposita barra effettuando dei bei takedowns (ovvero, delle belle kill silenziose). Per fare una esecuzione sarà sufficiente marcare i nemici che vogliamo abbattere tramite il tasto RB e poi, una volta che ci saremo portati ad una distanza sufficientemente ridotta, premere il tasto Y. Sam eliminerà i nemici infallibilmente. Proseguendo per il livello libico potremo sfruttare l’illuminazione, anzi la sua mancanza, per nasconderci agli occhi dei cattivi. Potremo spegnere luci, far saltare lampadine e chiudere porte al fine di usare il famoso visore notturno di Sam. Se avete Kinect potrete anche attirare l’attenzione dei nemici pronunciando la frase “Hey tu!”.

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Per ora Splinter Cell Blacklist, l’avrete capito, è un titolo con moltissime sfaccettature. I livelli sono sempre piuttosto ostici e potrebbe essere necessario ripeterne alcune sezioni più volte prima di scoprire come superare certi punti indenni. Il titolo è ben realizzato, sia graficamente che a livello di gameplay. La pecca è la storia che, a meno che non siate dei fan del genere, risulta almeno inizialmente un po’ piatta. Ma in ogni caso sappiamo bene che non si gioca ad un titolo simile per la storia.

Il titolo è atteso su Wii U, PC, Xbox 360 e Playstation 3 dal 22 agosto 2013.

Livello d’attesa: alto

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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Il sito nasce quale tentativo di informare i giocatori della Svizzera italiana nel modo più completo possibile riguardo ai media videoludici, cercando di contestualizzare l’informazione per gli ascoltatori di questa regione spesso dimenticata dalle grande aziende mondiali. Dalla metà del 2013 si occupa anche di film con la rubrica Joypad Movies.

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