The Legend of Zelda: Breath of the Wild

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The Legend of Zelda: La Ballata dei Campioni

Finalmente il tempo è giunto per rispolverare The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Il secondo DLC previsto per questo mastodontico capitolo per Nintendo Switch e Wii U è finalmente arrivato, disponibile al download dall’8 dicembre. Alleggiava ormai nell’aria il rilascio imminente, gli indizi c’erano tutti seppur mancavano comunicazioni ufficiali dalla casa di Kyoto. Nintendo è stata furba ad aspettare fino ai Game Awards di ufficializzare la Ballata dei Campioni, evento in cui The Legend of Zelda: Breath of the Wild ha addirittura vinto il Game of the Year. Noi l’abbiamo scaricato senza indugio per scoprire le novità che il Team di Anouma e Fujibayashi ha introdotto in questo grande e secondo contenuto aggiuntivo. Il primo DLC, Le prove Leggendarie, fu solo un assaggio delle novità concernenti Zelda, anche se comunque comprendeva novità corpose: ovvero una nuova prova della Spada, la Master mode, nuovi equipaggiamenti e una simpatica opzione di tracciamento nella mappa. Con le Ballata dei Campioni le aspettative erano inevitabilmente più alte, ed in parte questa attesa è stata placata, scopriamo il perché…

Per accedere alla nuova quest della Ballata dei Campioni non è necessario battere Ganon e finire il gioco. Prima dello scontro finale con il famoso nemico, Zelda ci annuncia telepaticamente la volontà di approfondire il ruolo e il carattere dei campioni incaricati nel sconfiggere Ganon prima dell’arrivo della calamità su Hyrule, cento anni orsono. Ebbene, chiunque si aspettava una nuova inedita missione piazzata cronologicamente successivamente dopo la sconfitta del boss finale, potrebbe rimanere deluso. Una scelta discutibile di piazzare una missione che approfondisce unicamente alcuni aspetti dei campioni, senza che vada ad aggiungere qualcosa di veramente rilevante a livello narrativo. Ancora una volta l’approccio è stato quello della libertà più assoluta, senza creare qualcosa di veramente memorabile a livello di trama o che il giocatore non avrebbe avuto accesso attraverso la trama principale. Un’occasione un po’ persa nel raccontare ai fan una missione con una narrazione più articolata, magari leggermente più lineare, in cui si approfondiscono alcuni aspetti post Ganon. Ma procediamo con ordine.

Non appena Link raggiunge il sacrario della rinascita, egli ottiene una spada denominata tetralama, l’arma della prova dei Campioni. Questa lama a quattro punte è alquanto letale, capace di sconfiggere ogni nemico con un solo colpo andato a segno. Ma come si suol dire, “occhio per occhio dente per dente”, il portatore  della Tetralama perirà al primo colpo subito, anche dal mostro più debole o da una semplice inaspettata freccia scoccata nella nebbia. La prova dei campioni ha quindi inizio, immersa in un Grand Plateau in cui la nebbia diventa padrona, celando alcuni ed inaspettati nemici nei nuovi punti d’interesse marcati nella mappa. In quest’ultimi il giocatore dovrà uccidere un certo quantitativo di mostri, senza farsi colpire, al fine di sbloccare nuovi sacrari. La difficoltà di uccidere tutti i mostri nella mappa è abbastanza evidente, ugualmente la maestria di proporre nuovi sacrari caratterizzati da prove capaci di far cadere i giocatori come mosche. Lodevole il livello di difficoltà, altrettanto frustrante raggiungere la fine di questa prova. Una scelta davvero forte da parte di Nintendo, oseremo dire alquanto coraggiosa…le critiche degli utenti meno pazienti sono dietro l’angolo.

Conclusa la prova Link, il DLC ritorna sulle linee guida di Breath of The Wild, proponendo quattro nuovi punti di interesse in cui il giocatore deve esplorare per risolvere gli enigmi posti, sbloccando nuovi sacrari per avere accesso al dungeon finale. Abbiamo un totale di ben nuovi 12 sacrari disponibili, e specifichiamo, non dei più semplici. Chi si lamentava della brevità dei sacrari standard in game, avrà da ricredersi e troverà pane per i suoi denti. L’ultimo grande dungeon rappresenta, a mio modo di vedere, uno dei grandi esercizi di stile del team di sviluppo fin d’oggi dall’uscita di Breath of the Wild, che rivaleggia con quelli più complessi presenti in titoli passati. Insomma, era dal tempio dell’acqua in Ocarina of Time o della Fortezza di pietra in Majora’s Mask che non mi arrabbiavo così (…e qualcuno può testimoniarlo). Arrivare in fondo dona quell’immancabile senso di soddisfazione che non provavo da parecchio in uno Zelda. Un plauso a Nintendo per essere stata capace di proporre nuovi sacrari di questo livello e un dungeon che rispecchia al cento per cento lo spirito dei più famosi Zelda. Il premio nel concludere tutte queste sfide penso l’abbiamo visto un po’ tutti con il trailer d’annuncio (in basso), ed è quello di una bella moto per esplorare Hyrule in tutto stile.

Ci piace

  • Una mini master mode camuffata
  • Maestria negli enigmi dei nuovi sacrari e del dungeon finale
  • Corposo e con nuovi equipaggiamenti "nostalgici"

Non ci piace

  • Posizionamento cronologico della nuova missione discutibile
5.5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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