Sony Xperia XZ

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Sony Xperia XZ

È da un po’ di tempo che non parliamo di smartphone. Rimediamo subito! Sotto la nostra lente di oggi l’Xperia XZ, top di gamma di Sony lanciato a fine dell’anno scorso. La sigla è già tutto un programma: XZ, come nella serie X, quella in cui le performances sono tra le principali attrattive. Insomma, questo XZ, com’è?

 

Xperiamo bene!

Iniziamo, come di consueto, con le specifiche tecniche. Lo XZ è uno smartphone di 146x72x8.1 millimetri e 161 grammi e dotato di uno schermo IPS LCD con risoluzione 1080×1920 (circa 424 ppi) da 5.2 pollici. Al suo interno troviamo un processore Snapdragon 820 quad core e una GPU Adreno 530, 3GB di RAM, 32 o 64 GB di storage (ma espandibili tramite microSD). Per quanto riguarda le fotocamere, quella principale è da 23 megapixel, f/2.0 in grado di filmare fino a 2160p @ 30fps. La fotocamera frontale invece è da 13 megapixell, f/2.0 con risoluzione 1080p. La batteria è da 2900 mAh con fast charge. Tra le varie cose degne di nota anche un lettore di impronte digitali, la certificazione IP68 (polvere e acqua, fino a 1,5 metri di profondità per 30 minuti). Per finire, una porta USB type C e un jack da 3,5 millimetri. Lo schermo, come abbiamo visto, è basato su un panello IPS LCD con risoluzione FullHD. Avremmo preferito uno schermo a risoluzione più elevata? Certo che sì, specialmente perché altri competitor agguerriti dotano i loro top di gamma di schermi con risoluzioni maggiori da anni oramai. Sony, forse un po’ consapevole di questa mancanza, ha dotato lo schermo di tecnologia X-Reality, un software che regola i dettagli e il contrasto del pannello per migliorare l’esperienza visiva. Per finire la risoluzione è più che sufficiente per avere una buona esperienza di utilizzo ma oramai siamo viziati, in un top di gamma vogliamo di più.

Il design dello XZ è piuttosto anonimo. Il modello che abbiamo testato è blu scuro metallizzato. Sui fianchi troviamo, a sinistra lo slot microSD e carta sim. Su quello destro un ampio pulsante d’accensione (che raddoppia come lettore di impronte digitali), il tasto volume e quello per la fotocamera. Sopra c’è il jack audio mentre sotto, la porta USB type C. Design sobrio, dicevamo, ma con qualche stranezza. Per prima cosa le cornici sopra e sotto, davvero grandi se pensiamo che non devono contenere granché. Sopra troviamo fotocamera frontale, speaker e sensori vari mentre sotto, microfono a parte, non c’è niente. Facendo un paragone un po’ ingiusto con il mio attuale smartphone, un S6 di Samsung, non capiamo come abbia fatto Sony ha mettere delle cornici così inutilmente ampie. Intendiamoci, ci sono sicuramente dei motivi tecnici validissimi, ma in un’ottica di riduzione dell’ingombro la cosa ha poco senso. Per finire, dimensioni a parte, però lo XZ è comodo da tenere in mano, con l’ambia superfice plastica a contatto con la mano. Per quanto riguarda l’autonomia, siamo soddisfatti. Usando il device in modo intensivo arriviamo a fine giornata senza particolari problemi mentre un utilizzo più rilassato, prediligendo WIFI a 4G, porta la durata della batteria a quasi due giorni senza pensieri.

Aggiornalo tutto

Il primo avvio dello XZ è stato un po’ spiacevole. Quasi 45 minuti di download e restart del device sono davvero tanti. Alla fine però ci siamo ritrovati con Android 7.0 Nougat, segno che almeno per quanto riguarda gli aggiornamenti software Sony fa meglio di certi coreani… Una volta passata questa fase, lo XZ si è rivelato essere uno smartphone molto agile e veloce. Nessun problema nel passare da un app all’altra, nessun rallentamento anche dopo diversi giorni senza reboot. Sony ha pensato bene di includere alcune app sviluppate in casa, come Effetto AR, Movie Creator, Xperia Lounge, Xperia Transfer e qualche altra cosa. Xperia Transfer permette di copiare i file da un vecchio smartphone (iOS, Android, Windows Phone eccetera) allo XZ. Effetto AR è un programmino molto divertente che permette di usare la camera posteriore come sensore per creare dei riusciti effetti in realtà aumentata. Cinque minuti di infantile divertimento mentre inseguiamo i dinosauri nel nostro salotto. Fortunatamente non siamo costretti ad usare nessuno di questi programmi, specialmente What’s New che in 2 settimane ci ha sparato troppe notifiche totalmente inutili, e possiamo disattivarle e/o disinstallarle. Tanto noi usiamo Nova Launcher comunque, tiè. Soddisfazione anche per quanto riguarda il lettore di impronte digitali, rapidissimo e che ci ricorda un po’ la velocità del sensore del Nexus 5X.

Fotogràfo

La camera dello XZ ci è abbastanza piaciuta. Per qualche assurdo motivo, di default scatta foto a 8 megapixel, cosa che ci ha costretto a rifare tutte le foto di test una volta che abbiamo guardato le foto su uno schermo 4K impostato su “modalità fotografo” (in sostanza, una bomba di schermo). Impostata la macchina foto a 20 megapixel (16:9) i dettagli sono migliori. Al netto di un po’ di rumore digitale nelle zone fuori fuoco, la qualità ci ha soddisfatto per essere una fotocamera da smartphone. Lo stabilizzatore ottico di Sony si difende bene quando usiamo lo XZ per fare filmati. Sony ha aggiunto un sensore apposta per valutare la luminosità dell’ambiente e di conseguenza impostare automaticamente il white balance. Sulla carta, un’idea fantastica. Nella realtà capita che questo sensore prenda delle cantonate piuttosto vistose, dando una colorazione fin troppo giallastra alle foto fatte all’interno o in condizioni di luminosità scarsa. Punto pieno per impegno e idee, ma poco più che sufficiente per messa in pratica. Insomma, 23 megapixel sono un buon numero da scrivere sulla scatola dello XZ ma in realtà tutta la tecnologia racchiusa in questo smartphone produce fotografie decenti ma che non sorprendono come vorremmo.

 

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Conclusions

L’Xperia XZ è uno smartphone d’alta gamma che, l’avessimo recensito a inizio 2016, ci avrebbe sbalorditi. Recensirlo a inizio 2017 invece sa di mezza vittoria, specialmente con una concorrenza spietatissima da parte di Samsung (prossima ad annunciare l’S8) e Apple. Non è un cattivo device anche se ha alcune particolarità che non riusciamo a giustificare. Buono sì, ottimo… no.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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