Rise of the Tomb Raider

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Rise of the Tomb Raider (PC)

Tomb Raider! Serie iconica, simbolo dei videogames da anni ha saputo tornare nei nostri cuori con il reboot uscito nella scorsa gen. Dopo essere sopravvissuta alla terribile isola degli Yamatai, Lara la giovane esploratrice di tombe trova, da qualche parte nel suo maniero, delle registrazioni del padre.

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Nei nastri, Lord Croft parla di un profeta e di una Sorgente Divina in grado di dare la vita eterna. Un mistero che l’ha portato a perdere rispetto e salute e che, ora, Lara decide di risolvere. Ristabilire l’onore del genitore e del nome dei Croft è solo una parte delle motivazioni, l’altra è la necessità della giovane di comprendere il genitore. Rise of the Tomb Raider è uscito finalmente anche su PC e ne parliamo oggi con una recensione delta!

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Su per le montagne

Le nostre avventure iniziano quindi in Siria. Dopo un rocambolesco viaggio la bella avventuriera trova quello che sta cercando. Una tomba a lungo dimenticata immersa in un templio scavato nella roccia viva la indirizza verso la Siberia. Peccato che nella tomba non ci sia solo lei ma anche un gruppo militare che si fa chiamare La Trinità. Improbabile che quella gentaglia sia capitata lì per caso nello stesso momento, nevvero? In quattro e quattr’otto Lara e Jonah, personaggio già incontrato nello scorso Tomb Raider, si mettono sulle tracce di Kitež, la città perduta. In Rise of the Tomb Raider ritroviamo una Lara più spavalda e più tosta rispetto a Tomb Raider. Nel primo gioco la ragazza era sola e spaventata, come chiunque dovesse trovarsi a lottare con denti e unghie per la sopravvivenza. In Rise invece ritroviamo un’archeologa più sicura di sé, temprata dalle lotte passate e sicuramente più badass. Tranquillizzatevi, la sentiremo ancora urlare e ansimare come se stesse in un film a luci rosse, ma almeno questa volta non dovremo fare i coniglietti spaventati e potremo darle indietro con ferocia. La storia del gioco ci poterà a esplorare minuziosamente una valle sperduta nella Siberia, fare incontri interessanti e, ovviamente, esplorare tombe e cripte perdute.

Rise of the Tomb Raider non cambia poi molto, nonostante le mie paure, la ricetta vincente del reboot. In modo simile al suo predecessore, anche qui troveremo un ampio open world esplorabile ricco di contenuti da scoprire. Ritornano i focolari, punti di ristoro in cui spendere punti esperienza e potenziare le armi oltre che a fungere da portali per il fast travel e da camerini per cambiare abbigliamento (con leggerissimi cambiamenti sul gameplay). rotr_sshot (3)Il sistema di potenziamento delle armi è ancora basato sullo spendere risorse raccolte nel mondo di gioco e stessa cosa vale per i punti esperienza che sono divisi in combattimento, sopravvivenza e caccia. Raccogliere le risorse è un lavoro di pazienza dal momento che potremo raccogliere legno, pelli di animali, minerali, funghi, metallo, … il più paziente sarà ricompensato con la possibilità di creare e potenziare più armi. Il sistema di crafting funziona anche al volo visto che potremo creare frecce e cartucce per le armi anche durante il combattimento, premendo semplicemente il tasto RT. Un sistema molto intelligente che ci salva la pelle nel caso siamo rimasti a secco durante uno scontro più duro del previsto. Per quanto riguarda le frecce ritornano le punte intercambiabili che ora sono divise tra punte velenose, esplosive, perforanti e al napalm. Bene inteso per ogni arma ci sono varianti da raccogliere e potenziamenti da acquistare come silenziatori, lanciagranate e mirini laser. Gli acquisiti si fanno in un bazar con delle monete speciali che dovremo trovare sparse per la mappa. Per finire, Lara può sfruttare diversi elementi del mondo per difendersi. Barattoli e bottiglie saranno degli ottimi esplosivi e molotov mentre radioline e cadaveri nemici possono essere trasformati in trappole mortali. Rise of the Tomb Raider mette l’accento sullo stealth, fornendo al giocatore moltissime chances di giocare in modo silenzioso. Appostarsi tra le fronde, sugli alberi, separando i nemici e uccidendoli uno ad uno oppure sfruttando i corpi per creare diversivi e trappole sono all’ordine del giorno. Ovviamente anche l’approccio pesante funziona ma è molto meno soddisfacente ed efficace! Per quanto riguarda il combattimento vero e proprio, come in passato anche in Rise è necessario essere molto mobili, correndo e nascondendosi di continuo per non offrire un bersaglio facile ai nemici. Alcuni elementi sono stati potenziati rispetto al passato per portarci quindi ad avere un sistema soddisfacente ed estremamente dinamico. Una degli elementi più riusciti del reboot era l’arco e le sue molteplici funzioni. Tutto questo ritorna in Rise sotto molteplici facce. L’arco di Lara, oltre che come arma da caccia, serve anche a lanciare funi per creare ponti improvvisati, per superare al volo baratri, per distruggere barriere, per creare appigli sui cui arrampicarsi e per interagire con alcuni enigmi. Insomma, il coltellino svizzero del 2016 è un arco! Uno degli elementi che più temevo per Rise era il potenziamento del sistema di crafting, potenziato e più variato. In realtà però non si notano differenze sostanziali rispetto al passato. Certo, ora gli elementi di potenziamento sono di più, ma in generale tutto funziona come prima. Stesso discorso vale per Lara che potrà migliorare le sue conoscenze linguistiche (in mongolo, greco e russo) trovando iscrizioni, bassorilievi eccetera. Leggerli la renderanno più sicura, sbloccando interessanti bonus.

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Trekking ad alta quota

La nuova mappa è enorme. Dodici le regioni esplorabili, ognuna ben caratterizzata e diversa dalle altre. Troviamo la Siria, un Gulag russo, grotte e caverne, valli e ruscelli, villaggi abbandonati e molto altro che di sicuro non vi rivelo di certo qui. Le tombe opzionali sono di ritorno e tutte offrono degli enigmi interessanti da risolvere. Nonostante quanto detto dagli sviluppatori negli scorsi mesi, non sono enigmi stratificati e super impegnativi. E tuttavia dovremo prenderci qualche minuto per fare delle prove e osservare attentamente la dinamica di leve, pulegge, corsi d’acqua e movimenti vari prima di riuscire a risolverli. Una volta portati a termine saremo ricompensati con il più grande dei tesori: una nuova abilità per Lara. Ho molto apprezzato quest’idea che il tesoro più grande, protetto da trabocchetti e incantesimi, sia in realtà conoscenza e non soldi o gioielli! A differenza delle tombe, le cripte invece sono sezioni più semplici che normalmente ci ricompensano con parti di arma che ci aiuteranno ad ottenere nuova potenza di fuoco. Avanzare per tombe, cripte e in generale il mondo di Rise è un piacere. La già grande libertà del primo reboot è stata ampliata ulteriormente con nuove abilità. Ritornano le piccozze da scalata e le già citate frecce con la fune ma ora possiamo usare un rampino da lanciare al volo durante un salto per aggrapparci a sporgenze lontane. E anche possibile arrampicarsi sugli alberi, un po’ alla AC 3, per tendere agguati a nemici e selvaggina. Insomma, muoversi negli ambienti di Rise è piacevole e agile e la cosa ci è piaciuta molto.

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Spedizioniere

In Rise, oltre che alla storia principale, troviamo la modalità spedizioni. In sostanza si tratta di una modalità replay dei livelli che possono però essere influenzati da dei modificatori sotto forma di carte. Possiamo ad esempio rifare la prima tomba il più velocemente possibile, cercando di raccogliere più bonus possibili. Ma possiamo anche fare livelli di combattimento facendo in modo che in nemici siano più forti, immuni al fuoco, meno numerosi… i modificatori sono molti e assegnano bonus e malus a dipendenza se hanno effetti positivi o negativi su Lara. I bonus sono molto variati e comprendono anche cose un po’ folli come una testa gigante per la protagonista, galline esplosive, nemici esplosivi e un esilarante sparapolli! Un modo insomma per estendere la durata di gioco, offrendo ai fan del time attack e dei punteggi alti parecchio da fare. Nelle spedizioni troviamo poi anche la Resistenza dei Discendenti in cui dovremo affrontare missioni particolari in cui è necessario portare a termine determinati obbiettivi. Le spedizioni sono un’aggiunta interessante e che allungano notevolmente il tempo che potremo spendere in compagnia di miss Croft. Un buon modo per allungare una tipologia di gioco che, di norma, una volta completato non ha più molto da offrire.

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Master Race

L’impatto visivo è semplicemente magnifico, sin dai primi minuti di gioco. Non c’è che dire, a livello tecnico Crystal Dynamics ha fatto grandi cose. Le caverne sono una gioia, tra stalattiti e stalagmiti, ruscelletti e pozze profonde. I livelli nevosi sono eccellenti, non solo perché Lara lascia una bella scia poligonale nella neve, ma anche e soprattutto per i fantastici riflessi di luce nel ghiaccio. E che dire delle tombe opzionali, spettacolari e magnifiche? Nel gioco troviamo anche una meteo semi dinamica nel senso che diverse zone sono ambientate in diverse fasi del ciclo giorno/notte per cui troveremo zone illuminate dalla calda luce solare e altre invece dalla fredda luce della luna. Particolarmente riusciti gli effetti di pioggia e neve che sferzano il paesaggio. Ne ho già fatto menzione, il sistema d’illuminazione è spettacolare e riesce davvero a offrire scorci memorabili, specialmente nelle grotte e nelle zone vicine ai corsi d’acqua. Per quanto riguarda il modello di Lara è impeccabile, coi capelli che reagiscono in modo realistico, tutta l’oggettistica legata al suo corpo che si muove in modo corretto e delle animazioni di prim’ordine che scadono solo in qualche momento quando vengono velocizzate al fine di non perdere reattività ai comandi (tuttavia è una scelta di design perfettamente condivisibile). La versione su PC di Rise of the Tomb Raider ovviamente spinge l’asticella grafica verso l’alto, a patto che possiate permettervelo a livello hardware! Testato sul mio PC (Intel i5 6600K, GeForce GTX 960 4GB + GeForce GTX 650 per CUDA e 8GB di RAM DDR4) il titolo risulta ottimamente giocabile (tra i 35 e i 45 FPS) con dettagli tra l’alto e il massimo, limitandosi al FXAA e a ridurre le textures da Massime a Alte (il che libera un buon 40% di RAM della GPU!). Usando le impostazioni consigliate da Nvidia (medio alte) rimane su un grantico 60 FPS (il tutto ovviamente a 1080p). Le novità di ROTR su PC non si limitano allo scalare degli effetti ma anche ad la possibilità di attivare gli effetti PureHair al massimo (la simulazione dei capelli insomma) come si vede nelle cutscenes. Il risultato è una chioma folta e molto mobile che si mangia allegramente 10 FPS sulla mia macchina di test! Mancano alcune cosuccie che ci aspettavamo da questo gioco: il nuovo ambiental occlusion VXAO di Nvidia (al massimo possiamo usare l’HBAO+) e non ci sono antialaiasing speciali tipo TXAA (il massimo e SSAA x4 che in buona sostanza fa un rendering 4 volte più elevato della vostra risoluzione corrente, 3840×2160 per essere precisi). Non che mi lamenti anche perchè già l’FXAA fa un buon lavoro senza compromettere in modo estremo le prestazioni! I restanti settaggi sono i soliti filtri antistropici, qualità delle ombre, profondità di campo, livelli di dettaglio, tesselatura (vale la pena di attivarla), bloom, vignettatura sfocata e motion blur (questi due sono molto legati al vostro gusto personale). Buttate un occhio al comparativo nel dettaglio pubblicato proprio da Nvidia, che mentre cerca di vendervi una GTX 980 fa anche un buon lavoro nel mostrare ogni singolo settaggio (video qua). Per quanto riguarda l’audio, il doppiaggio è in italiano ed è di buona fattura e le musiche non sono spettacolari ma sanno trasmettere una buona energia.

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Un biglietto per la Siberia, per favore

Rise of the Tomb Raider è uno dei gioielli più luminosi di questa stagione, senza dubbio. Visivamente spettacolare, dal gameplay solidissimo e variato, con una storia interessante (anche se, va detto, dalle stesse modalità del primo reboot) dalla lunghezza più che adeguata: ho finito il gioco col 79% di completamento in poco meno di 17 ore su Xbox One. Il PC offre gli stessi contenuti, compresi i DLC (che però vanno acquistati a parte, come Baba Yaga che abbiamo recensito settimana scorsa). L’unico commento che possiamo fare a Crystal Dynamics è quello di non aver tentato di cambiare un po’ la formula di base per questo Rise ma d’altro canto non è che Naughty Dog l’abbia fatto per la serie Uncharted. Squadra che vince non si cambia e qui siamo in presenza di un vincitore.

 

 

Ci piace

  • Storia
  • Grafica
  • Gameplay

Non ci piace

  • Poco innovativo
5.5

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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