Cosa succede se mescoliamo un gatto e una lumaca, un mondo crudele e indifferente e un gameplay incentrato sulla sopravvivenza? Otteniamo la seguente cosa: uno slugcat che deve sopravvivere a Rain World. Buona fortuna…
Il mondo uggioso
In Rain World impersoniamo, come detto, uno slugcat. Uno strano mix felino-vermicoloso che striscia per un mondo in rovina, irto di pericoli. Un’avventura in un mondo post apocalittico, caratterizzato da edifici in rovina e strane strutture abbandonate in cui la natura sta lentamente riprendendo il sopravvento. Il nostro protagonista viene separato dalla famiglia durante una brutta inondazione e si ritrova solo e disperato, circondato da strane bestie che non vedono l’ora di farne un succulento pranzetto. In questo strano mondo la sopravvivenza non è mai scontata e qualsiasi cosa tenterà di mangiarci, oppure noi tenteremo di mangiarla. Sopravvivenza allo stato puro.
L’avventura del nostro slugcat è una sorta di platform 2D con spiccati elementi survival. Per sopravvivere dovremo nasconderci dai nemici, strisciare in tubi e nasconderci, acchiappare piccole prede a sufficienza per poi nasconderci in speciali camere di ibernazione stagne per evitare di affogare a causa delle frequenti inondazioni. I nemici sono brutali e non basta avere riflessi pronti per sopravvivere alla potenziale morte istantanea. Come giocatori dobbiamo imparare le abilità dei vari nemici, conoscerne i percorsi e sfruttare ogni punto debole possibile. La parola d’ordine è tentare: raccogliere piccoli oggetti, divorare animaletti e varie piante che potrebbero darci dei power up (oppure no) è indispensabile. Tuttavia il gioco piazza i nemici e le prede in modo più o meno casuale, quindi è semplicemente impossibile imparare a memoria un percorso ottimale per avanzare più agevolmente. La progressione in gioco non si fa semplicemente andando da sinistra a destra come in molti platform 2D. In Rain World tutto ruota attorno al numero di ibernazioni che riusciremo a fare senza morire che ci permetteranno di scoprire nuove ambientazioni.
Crudele
Rain World è un gioco crudele. Un passo falso, una mossa sbagliata e il nostro povero slugcat è spacciato. Così come ore di progressione nel gioco. Le cause di morte possono essere diverse, solitamente un misto tra le limitate capacità di movimento e salto dello slugcat e nemici particolarmente tosti. Certi nemici ci costringeranno a stare nascosti per un lungo periodo, esponendoci al pericolo di inondazioni letali. Questo gioco è più simile a un Dark Souls che un platform tradizionale per quanto riguarda il grado di difficoltà. Morite in una nuova zona e sarete costretti a rifare la precedente, ibernarvi, riscoprire la nuova zona e tentare di non morire fino alla prossima camera di ibernazione. Rain World non è adatto ai giocatori impazienti, anche perché è vasto e ad ogni angolo vi aspettano nuove sfide sempre più punitive.
Fallire una volta significa trovarsi in una situazione peggiore quella successiva e ogni fallimento ulteriore non fa che peggiorare le cose. L’unico modo per proteggersi è trovare un fiorellino giallo che crea una barriera attorno a noi. Nel probabile caso di una nostra morte invece di perdere il livello perderemo il fiore che andrà poi recuperato nella zona della nostra morte… sempre che riusciamo a trovarla interi. In una parola, questo gioco è punitivo.
Visivamente Rain World ha il suo perché. Le oscure ambientazioni post apocalittiche trasmettono una sensazione di triste abbandono. Le strutture abbandonate e gli oscuri cunicoli sono tutti realizzati con una riuscitissima pixel art.
Troppo punitivo?
C’è una parte di giocatori che ama i giochi punitivi. Rain World è artisticamente riuscito ma a livello di gameplay ci è sembrato semplicemente troppo crudele. La perdita di progressi ed evoluzione dello slugcat, i movimenti limitati, la quasi impossibilità di difenderci e la fretta costante che guida le nostre azioni rendono l’esperienza di gioco uno stress tremendo. Sopravvivere è davvero molto difficile e il peculiare sistema di progressione rende le cose ancora più complicate. Da giocare solo se siete davvero dei fan delle sfide impossibili. Noi non siamo riusciti a finirlo…
Ci piace
- Pixel art
- Slugcat
- Difficile
Non ci piace
- Punitivo
- Troppo difficile
- Perdita di progressione