Fire Emblem Fates: Conquista & Retaggio

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Fire Emblem Fates: Conquista & Retaggio

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Fire Emblem è da sempre stato uno dei JRPG strategici più amati degli appassionati della grande N. Noi in primis siamo cresciuti con questo brand, spesso visto alle nostre latitudini con i contagocce per questioni di localizzazione durante il periodo del Super Nintendo. Tuttavia è innegabile come Fire Emblem abbia riscosso solo negli ultimi anni un certo successo e popolarità, dai capitoli per Wii a quelli portatili su Gameboy Advance, dal Nintendo DS fino all’attuale Nintendo 3DS.xkt8u2jr0dopnmjfpgco È su quest’ultimo infatti che la serie ha ottenuto un certo slancio, con la pubblicazione di Fire Emblem Awakening e il suo successo inatteso lo ha trasformato in un milion seller in breve tempo. Tant’è che Nintendo ha confermato un suo arrivo anche in ambito mobile solo di recente, annunciando lo sviluppo del prossimo software per smartphone basato appunto sulla saga dell’emblema. Ma facendo un passo indietro, non poteva mancare un secondo capitolo su Nintendo 3DS, cavalcando il successo di Awakening. Fire Emblem Fates prende così forma, introducendo una politica diversa dai capitoli tradizionali ed avvicinandosi allo stile che ha caratterizzato per oltre vent’anni la saga dei Pocket Monster : le differenti versioni dello stesso gioco. O meglio, soluzione adottata solo formalmente, per così dire, perché materialmente Fire Emblem Fats Retaggio e Fire Emblem Fates Conquista si basano sì, sulla stessa linea temporale con trama interconnessa, ma distaccandosi totalmente nel raccontare i fatti offrendo due avventure totalmente inedite. L’unica cosa che li unisce, senza contare la questione preliminare dei due regni in perenne guerra, è il gameplay medesimo e la possibilità di racchiudere in un unico software le due avventure, costituendo a modo di portale in cui il giocatore può scegliere tranquillamente con quale team schierarsi (tra queste versioni si aggiunge una terza che verrà recensita e pubblicata in seguito, denominata Rivelazione). È innegabile come Fire Emblem Fates abbia portato una sorta di aria fresca al brand targato Nintendo, la scelta di un rilascio triplico è un segno di come la società giapponese voglia da una parte sfruttare a fondo questa proprietà intellettuale monetizzando il più possibile sulle vendite di tre differenti versioni e succulenti bundle con tutte al suo interno. Approccio assai discutibile per la liquidità dell’utente, che lo obbliga a scegliere la versione più vicina al proprio stile di gioco. Per farla breve se è un’esperienza tranquilla, più semplice o in poche parole schierandosi con i buoni, la ricerca cade inevitabilmente su retaggio. Tuttavia, se è l’alto livello di sfida quello che si cerca, oppure ribaltare il nemico principale causando guerre civili o conquistando la vittoria in maniera più subdola, conquista mette effettivamente a dura prova il giocatore offrendo qualcosa di più tradizionale e legato alle tradizioni frustranti di Fire Emblem e il suo alto grado di difficoltà, seppur quest’ultimo può essere tranquillamente cambiato in entrambe le versioni. Grado di difficoltà che si traduce in ben tre livelli. Il primo, più facile, sono le sfide più leggere e la non morte delle unità dopo essere cadute in battaglia. La seconda, standard, mantiene lo stile puro di Fire Emblem con la conseguente morte perenne delle unità. Ed infine la modalità estrema, difficile, che non ha bisogno di troppe spiegazioni effettivamente.

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Una terra in subbuglio

www.gamesource.itwp-contentuploads201605ryogcba2y6t2qapxqwty-bd07a2956b0fbcff26586ba6555b99beda4d136bL’Hoshido e il Nohr sono due regni che non hanno mai vissuto una particolare pace fra loro. Il rapporto che li caratterizza è soggetto di una perenne tensione dal quale può scaturirne una feroce guerra, al primo passo falso evidentemente. Il regno di Hoshido ha sempre optato per la pace stando usando la forza solo nella difesa, se necessaria, ma cercando di mantenere un buon rapporto con i vicini dell’ovest. Il nohr invece è l’esatto contrario, un regno oscuro e caratterizzato dalla sola gloria e sete di conquista. Entrambe le dinestie dei regni discendono direttamente da antiche divinità, più semplicemente dagli antichi draghi che governavano il mondo terreno e il piano astrale ad esso parallelo. Il differente approccio di entrambi i regni è di una differenza sostanziale dovute alle origini arcane e misteriose. I fatti di Fire Emblem Fates Retaggio e Conquista cominciano proprio dal momento che i rapporti fra le due casate sono in via di deterioramento, dove Corrin, il nostro avatar protagonista e altamente personalizzabile si trova proprio in mezzo alla disputa. Di origine hoshidese, siamo stati rapiti dal Signore del Nohr quando eravamo ancora in fasce e, cresciuti come figli delle terre oscure, arriva il giorno della nostra prima missione al fine di spiare indirettamente il regno vicino. Tuttavia la sete di potere del Re del Nohr lo spinge ad utilizzarci come una qualsiasi pedina di scacchi, abbandonandoci in uno scontro diretto contro i soldati dell’Hoshido e lasciandoci in pasto ai lupi. Da questo evento veniamo fatti “prigionieri” dalla casata avversaria…o almeno è quello che pensiamo non appena incontriamo colei che si spaccia per nostra madre, l’attuale regina dell’Hoshido. Il risultato è un concatenarsi di eventi che ci mettono in totale confusione mentale, fatti che sbloccano la nostra memoria segregata e confusa legata ai ricordi della nostra infanzia. Seppur inizialmente decidiamo di restare a conoscere i nostri familiari dell’hoshido, il piano di conquista del re del Nohr non era limitato alla sola missione di spionaggio ma bensì a qualcosa di analogo al cavallo di troia. A nostra insaputa, siamo il vettore e l’intermezzo dell’omicidio di sua maestà la regina dell’Hoshido, la spada donataci gentilmente dal nostro paparino è infatti, per così dire, una simpatica bomba a scoppio ritardato. Dalla morte della regina scaturisce quindi l’inevitabile guerra fra i due regni, ed è da quel punto che il giocatore è chiamato in causa : schierarsi col Nohr per scoprire i reali motivi del re Oscuro della sua codarda mossa o con l’Hoshido per cercare giustizia per la morte della sua regina ?

Difficile a dirsi, ma entrambe le trame hanno la stessa durata ed effettivamente lo stesso obbiettivo caratterizzato da un nemico comunque comune. La nostra esperienza si è focalizzata soprattutto in Retaggio piuttosto che sulla versione Conquista, ma in sostanza quello che ne consegue sono due facce della stessa medaglia con gli stessi contenuti. Bisogna dare quindi atto a Nintendo che, seppur le versioni restano separate, anche se la scelta ricade inevitabilmente su una soltanto non si è dinnanzi a un prodotto castrato…tutt’altro. Personalmente non ho notato differenze se, come paragone di confronto, chiamiamo in causa Fire Emblem : Awakening. Quest’ultimo infatti ha una durata simile e un quantitativo dei contenuti pari a una delle due versioni, in senso largo del termine. Tutto quello che è legato al character design, longevità, musiche (eccezionali) e via dicendo sono in entrambe le versioni di ottima fattura, un insieme di elementi che dimostra ancora come Intelligent System ci abbia messo l’anima nello sviluppo di questi prodotti. Già solo considerando l’elemento della colonna sonora, spesso snobbato in sedi di recensioni, il lavoro svolto dal compositore e della composizione orchestrale è qualcosa che dona un certo brivido. In particolar modo il tema principale, cantato più volte dalla nostra sorellastra dai capelli color azzurro mare, si impone fin da subito come uno dei migliori temi adottati per la saga.

fire-emblem-fates_2015_11-12-15_006_jpg_0x0_q85Se, invece, entrambe le versioni sono state acquistate, abbiamo qualcosa di assolutamente mastodontico dal punto di vista della pura longevità. Non solo l’utente vede due diversi punti di vista sulla stessa guerra, ma richiede parecchio tempo per finire entrambi, senza prendere in considerazione Rivelazione che sarà trattato in un’altra sede di recensione. In sintesi Retaggio offre una narrazione più lineare e abbastanza stereotipata tipica da prodotto giapponese, più vicino a un’esperienza moderna composta da maggiore facilità di gioco, mentre Conquista, per contro, punta a qualcosa di diverso dagli standard odierni, a un’esperienza più classica legata alla tradizione del brand strizzando l’occhio ai gamer nostalgici e abituati alle ardue sfide.

Tradizione e simulativo…un raffinamento apprezzato

fire-emblem-fates-v1-479021L’esposizione dei capitoli, così come la narrazione, la gestione delle battaglie a scacchiera rigorosamente a turni e le battaglie fra unità sono rimaste pressoché invariate. Da questo punto di vista Intelligent System non ha apportato particolari cambiamenti, se non una maggiore pulizia grafica durante i combattimenti delle unità, caratterizzate da maggiori opzioni disponibili come la visuale della telecamera o la velocità di riproduzione dell’azione. Niente modifiche alla tradizionale camorra cinese che vede spada vincere su ascia, ascia su lancia e lancia su spada, o a tutta l’interfaccia e l’UI introdotta in Fire Emblem Awakening. La morra però viene particolarmente estesa aggiungendo due nuove armi utilizzabili dalle unità: i pugnali (tipici del Nohr) e gli shuriken (tipici dell’Hoshido). Anche le magie vedono una new entry, da una parte i classifire-emblem-fates-v1-479030ci tomi di magia tipici della serie, dall’altra le invocazioni utilizzate dai maghi dell’hoshido (spesso i veggenti o i sacerdoti). Questo per introdurre una differenza sostanziale fra le due versioni dove alcune classi sono esclusive. Retaggio offre delle classi abbastanza tipiche della cultura orientale, come Ninja, veggenti, samurai, e via dicendo, mentre conquista opta a quelle tipiche di Fire Emblem che tutti conoscono.

Il sistema di combattimento fondato sul supporto, vale a dire due unità alleate adiacenti che combattono allo stesso tempo è stato ulteriormente affinato, ogniqualvolta qualcuno è in grado di attaccare nelle vicinanze i combattimenti saranno composti da un minimo di tre a un massimo di 4 unità. Inversamente è la questione di due unità nello stesso quadrante, dove quella di supporto protegge il compagno dagli attacchi nemici.

how-the-fire-emblem-fates-gameplay-differs-between-birthright-conquest-752194Le grandi novità tuttavia risiedono nella gestione del castello, che rappresenta il principale Hub del gioco. Gestito a modo di simulativo strategico su smartphone, il castello è composto da una vasta corte in cui si possono costruire negozi, terme, arene e via dicendo, personalizzandolo nella maniera più disparata. Dalle modalità streetpass disponibile e lo spotpass, si potranno quindi invadere i castelli avversari e vincere determinati premi avviando delle vere proprie battaglie su scacchiera. Si tratta di una svolta abbastanza sostanziale che concentra l’essenziale in un unico posto, l’implementazione risulta tuttavia discreta per differenti motivi, tra cui un gran numero di costruzioni praticamente inutili. Diversa questione invece per le relazioni. Intelligent System ha mantenuto lo stesso meccanismo di Fire Emblem Awakening, vale a dire la creazione di una certa intesa durante le battaglie e non, due unità possono dare vita alla progenie potenziata. Per contro l’assunzione presso l’armata avviene in sordina, al contrario di Fire Emblem Awakening in cui i figli prendevano parte della narrazione. Un po’ un peccato, un’occasione che poteva rivelarsi d’oro rendendo Fire Emblem Fates ancora più complesso e versatile nella narrazione. C’è però da dare atto alla volontà di avvicinarsi a relazioni gay friendly, strizzando l’occhio alla comunica LGBT. Infatti, ora, è possibile costruire relazioni più profonde con le unità dello stesso sesso lasciando intendere un rapporto più intimo dalla sola amicizia, cosa meno sentita in Awakening. Una questione sempre stata criticata nei confronti di Nintendo, soprattutto dopo l’arrivo in occidente di Tomodachi life e il bug che consentiva le relazioni omosessuali (“corretto” tempestivamente).

Insomma nel complesso è un giocone, poco su cui discutere. È vero, la scelta di dividerlo in due versioni non è forse delle più simpatiche dal punto di visa puramente del portafoglio dei giocatori, ma essendo due giochi praticamente diversi per ora questa scelta è a nostro parere giustificata. L’importante è saper scegliere la versione più adatta al proprio stile di gioco, per il resto Fire Emblem Fates è molto godibile sotto ogni aspetto, soprattutto se siete amanti di JRPG strategici a turni.

 

Scritto da : Dave

Editor in Chief di Joypad, lo trovate anche sui social @MrPipistro

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