Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia

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Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia

In un mercato videoludico dove l’openworld, l’action RPG e le avventure fanno da padrone, sono rari i genere più ricercati capaci di raggiungere un buon successo. Quando si parla di strategico a turni, è quasi inevitabile il collegamento con Fire Emblem di Nintendo. La sua ascesa, nel corso del ciclo vitale di Nintendo 3DS, è palese previo di buone vendite e diventando uno tra i più forti brand appartenenti alla casa di Kyoto. Con l’arrivo di Nintendo Switch si credeva che la piccola portatile con ben 6 anni sul groppone, ormai alla fine del suo ciclo, fosse lentamente abbandonata dalle produzioni first party. Ma così non è. Fire Emblem Echoes: Shadow of Valentia, è il terzo capitolo, dopo Fire Emblem: Awakening e la tri versione Fire Emblem Fates, distribuito in esclusiva. Si tratta, in breve, di un remake  di Fire Emblem Gaiden pubblicato ormai nel lontano 1992 per il Famicom (alias NES). Insomma, una nuova veste grafica per un titolo nato sulla prima casalinga di Nintendo, ereditando l’engine dei menzionati Fire Emblem usciti per Nintendo 3DS. L’avventura si svolge esclusivamente nel continente di Valentia, lo stesso dei capitoli Shadow Dragon, per Nintendo DS, e Mystery of the Emblem, per Super Nintendo. Nell’atto pratico, il giocatore assiste alla genesi del continente di Valm, territorio protagonista nel menzionato Fire Emblem Awakening, che, appunto, fu Valentia. Fire Emblem Gaiden fu, ai tempi, un titolo particolare e fuori dalle canoniche formule del brand. Tra queste citiamo l’assenza del triangolo delle armi, e uno approccio alla trama più JRPG standard che prettamente concentrato sul genere strategico centrico. L’amata Intelligent System sarà riuscita a sviluppare un remake degno degli ultimi capitoli usciti per 3DS, adattandolo alla vasta fanbase che caratterizza la serie negli ultimi quattro anni?

La trama vede protagonisti due personaggi chiave, Alm e Celica, ritrovati a combattere una guerra sanguinosa e senza precedenti sul suolo di Valentia. Il primo si unisce ai ribelli “liberatori”, mentre la seconda è alla ricerca della Dea delle leggende capace di ripristinare la pace. Durante l’avventura le loro strade si incrociano, addirittura scontrandosi l’una contro l’altro. In genere l’utente si ritrova a controllare due eserciti separati balzando da un punto di vista all’altro. Un background piuttosto semplice ma d’effetto, che sviluppa una storia, tutto sommato, interessante. Il lato dolente risiede, tuttavia, nelle conversazioni dei numerosi personaggi e la loro, per così dire, sterilità. In fatti di contenuti e di sviluppo caratteriale, così come nell’affrontare conversazioni alquanto complesse, risultano scarni. In questo contesto, Fire Emblem Echoes: Shadow of Valentia, sente il peso degli anni e un approccio allo sviluppo della trama tipico delle produzioni a 8 bit. Insomma, in breve se dovessimo confrontarlo ai primi due capitoli su Nintendo 3DS, Intelligent System ha intrapreso un passo indietro. Inoltre, l’abbandono della componentistica gestionale di sottofondo, vale a dire il sistema di accoppiamento, di costruzione di basi e i vari servizi da potenziare, castra ancora ulteriormente questo remake. Revisione anche inerente al sistema di avanzamento delle classi, più spartano per così dire, sfruttabile innescandola attraverso le statue della Dea Mila.

Fire Emblem Echoes: Shadow of Valentia è sempre fedele ai combattimenti a turni su scacchiera, come i predecessori, ma cambia totalmente approccio legato all’esplorazione. Seppur la mappa di gioco, divisa in punti, è sempre presente così come i mini eserciti piazzati su di essi, l’aggiunta dei luoghi denominati “sotterranei” cambia le carte in tavola. In breve si trattano di veri e propri dungeon esplorabili in una prospettiva terza persona, popolati da nemici celati nell’ombra (con cui si combatte, in  ogni caso, in una mappa a scacchiera a parte) e da differenti tesori comprendenti le sopracitate statue della Dea Mila. L’approccio ricorda molto uno stile legato a Shin Megami Tensei, le battaglie contro i nemici sono piuttosto veloci. Sistema di combattimento base immutato, Intelligent System tuttavia non ha voluto adattare Shadow of Valentia al canonico sistema del triangolo delle armi. Un colpo basso per gli amanti della strategia puntigliosa e ben studiata nel merito delle debolezze e resistenze delle armi, ora semplificata e alquanto superficiale. La forza dell’unità è legata unicamente all’ammontare delle statistiche, in particolar modo a quella di attacco. Parimenti il consumo delle armi risulta infinito e non limitato, semplificando ulteriormente il sistema e senza preoccuparsi di quale utilizzare maggiormente. In ogni caso, è sempre possibile equipaggiare le unità con nuove armi compatibili con le peculiarità dell’unità. Al fine di equilibrare queste mancanze, Intelligent System introduce il sistema della fatica. Vale a dire, in parole povere, il de potenziamento lineare delle unità dopo ogni turno d’attacco. Ristabilire l’energia e la forza a pieno regime esige lo sfamare le singole unità. Questo sistema è apprezzato per la prima metà del gioco, verso battaglie più complesse è solo una spina nel fianco che cerca, goffamente, di complicare i combattimenti. Nel complesso ammettiamo che abbiamo storto il naso: snaturare in questa maniera il gameplay significa inficiare il tradizionale metagame che da sempre è riconosciuto a Fire Emblem. Probabilmente si tratta di una scelta dettata dalla volontà di rispettare l’identità di Fire Emblem Gaiden, già a suo tempo un capitolo molto particolare, scelta seppur criticabile anche comprensibile, ne diamo atto.

Piuttosto pittoresca l’esplorazione delle città, che si traduce in un’immagine visibile in prima persona mostrando alcuni luoghi chiave. È possibile raccogliere oggetti e parlare con le persone, un sistema di controllo caratterizzato da  un approccio simile a quello di un Layton. Tramite l’interazione con i diversi personaggi si possono sbloccare nuove missioni secondarie da portare a termine.

Mettendo da parte le scelte stilistiche e le modifiche strategiche discutibili, le mappe dei combattimenti, così come quelle dei sotterranei, risultano molto piatte e meno elaborate se confrontate ad altri capitoli della saga. Senza andare indietro negli anni, citiamo il recente Fire Emblem Fates. Le mappe dei combattimenti di Shadows of Valentia non offrono molti ostacoli e, soprattutto, non si interagisce con l’ambiente, fatto salvo per le zone di potenziamento. Anzi, piuttosto si ripropone continuamente lo stesso format. L’unica novità tattica sono, come già menzionato, i terreni che conferiscono potenziamenti specifici legate alla difesa, attacco, elusione, velocità e via dicendo. Per l’appunto, le zone di potenziamento. Esse permettono di controllare facilmente gli scontri, così da abbattere specifiche unità avversarie senza troppa difficoltà. Insomma, la rimozione del consumo delle armi, la semplificazione del sistema delle debolezze e resistenze, ora  basandosi solo sulla forza bruta e le zone di potenziamento non rendono giustizia allo spirito strategico di questo capitolo. Il metagame è troppo altalenante, attacchi critici, le statistiche delle unità e il loro posizionamento nelle zone bonus rendono fin troppo casuale l’esito della battaglia. L’abbandono delle storiche caratteristiche decreta, se non ben studiato dalla software house, una semplificazione superficiale dettata dalla sola fortuna.

Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia non merita ulteriori approfondimenti da parte nostra. Da una parte bisogna tenere conto degli elementi tradizionali del brand e premiare le dovute modifiche, ma solo se queste effettivamente siano state ben implementate. Infatti si ha l’impressione di giocare a un titolo simile a Fire Emblem Heroes, uscito per i dispositivi iOs e Android, dove si mantiene il solo gameplay basilare estremamente semplificato per delle sessioni di corta durata tipiche del target “portatile”. In Shadows of Valentia non è presente nemmeno il triangolo delle armi, ciò va a semplificare ulteriormente l’approccio strategico. Nel complesso la sensazione di un remake tappabuchi nell’attesa del prossimo capitolo principale in uscita per Switch è dietro l’angolo. Sotto un altro punto di visto, e crediamo quello più fattibile, Fire Emblem Echoes: Shadows of Valentia cerca di coprire quel target di nuova generazione di giocatori più legati a un’esperienza guidata e senza troppo impegno. In altre parole meno strategici e amanti dell’avere tutto subito e semplificato. Per questi motivi i fan storici del brand dovrebbero valutare bene e con le dovute precauzioni un possibile acquisto.

Ci piace

  • Formula semplice e per sessioni di breve durata
  • Una trama interessante
  • I sotterranei portano aria fresca nel gameplay
  • Engine poligonale sempre più curato

Non ci piace

  • Abbandono del triangolo delle armi, delle unità di supporto e delle unità doppie
  • Rimozione del sistema di accoppiamento
  • Potenziamenti nelle mappe non bilanciati
  • Il sistema della fatica andrebbe rielaborato
  • Difficoltà nettamente diminuita
4.5

Scritto da : Pusti

Avvocato, sportivo e gaymer. Tra le varie passioni e attività, quella relativa ai videogiochi e al divertimento ludico da tavolo (boardgame) è intramontabile. Fedele al marchio Nintendo, giocatore su PC e amante del VR senza fili (Oculus Quest), Pusti è uno degli storici redattori di Joypad.ch

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